Nonostante Frederik Pohl sia morto ormai da oltre un anno il suo blog continua ad andare avanti, curato dalla moglie Elizabeth Hull, che dispensa questi brevi articoli nei quali Pohl racconta la sua vita nel mondo della fantascienza, spesso occupandosi delle persone che ha conosciuto anche con brevi aneddoti personali.
Nell'ultimo articolo pubblicato si parla di Walter M. Miller jr, autore noto universalmente soprattutto per il romanzo Un cantico per Leibowitz.
Miller esordì negli anni Cinquanta, diventando ben presto uno degli autori di punta di Astounding, apprezzatissimo dal suo famoso direttore John W. Campbell jr. "Continua a mandare racconti uno dietro l'altro" diceva Campbell, "e io non riesco a smettere di comprarli".
Ora, il rapporto tra Pohl e Miller non era nato esattamente nel modo migliore. Miller infatti era la persona con cui si era messa l'ex moglie di Pohl, Judith Merrill, quando lo aveva lasciato. All'inizio, dice Pohl, le cose erano andate avanti abbastanza civilmente. Ma poi ci furono quelle che Pohl chiama le "Annie wars", la terribile battaglia legale per ottenere l'affidamento della figlia di Pohl e Merrill, Ann Pohl.
La vicenda tirò fuori il lato peggiore di tutti e i rapporti degradarono drammaticamente. E Miller, ovviamente, era dalla parte della Merrill. Come avviene di solito in questi casi, la bambina viveva con la madre, ma il padre aveva diritto a vederla periodicamente.
Pohl racconta che una volta accadde che si presentò a casa di Judith Merrill per prendere la figlia, ma la Merrill si rifiutò di lasciarla uscire col padre. Il diverbio salì di tono, finché Miller, che era presente, non andò in camera da letto, per tornarne con un fucile, che puntò in faccia a Frederik Pohl.
Cosa fece Pohl a questo punto? Saltò addosso a Miller, naturalmente. Ne seguì una sonora scazzottata dalla quale Miller uscì privato del fucile e Pohl con gli occhiali rotti. La polizia, chiamata da Pohl, rifiutò di intervenire.
Non molto tempo dopo Miller e la Merrill si separarono, e Miller sparì dalla circolazione, smettendo anche di scrivere fantascienza, il che – dice Pohl – fu un vero peccato perché era un ottimo autore. Tornò alla scrittura solo negli anni Novanta, cominciando a scrivere il seguito del suo capolavoro, Saint Leibowitz and the Wild Horse Woman, che però rimase incompiuto. Miller infatti si suicidò nel 1996.
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