Le sette edizioni precedenti del Premio Robot, ammettiamolo, sono state vinte quasi tutte da autori d'esperienza. Solo nel 2007 vinse uno scrittore più o meno esordiente, Giorgio Burello.
È una cosa positiva? È una cosa negativa? Ci sono premi che eleggono appositamente persone famose, per aumentare il prestigio del premio. Altri che mettono in atto tutti gli accorgimenti possibili per evitare che chi valuta i racconti sappia chi è l'autore.
Al premio Robot (cosa che del resto vale per tutti i premi Delos) ovviamente non ci è mai passato per la testa di favorire un autore perché famoso, né ci preoccupiamo di nascondere il nome (tanto, se autore noto lo riconosceremmo facilmente dallo stile). I premi hanno principalmente lo scopo di selezionare buone opere da pubblicare ed è naturale che gli autori che hanno più esperienza ottengano frequentemente risultati migliori. Ma ci fa anche piacere quando riusciamo a individuare autori nuovi, e ne abbiamo peraltro selezionati parecchi negli anni, tra i finalisti spesso anche pubblicati sulla rivista.
Quest'anno ci fa particolarmente piacere premiare un giovane autore che, crediamo, abbia ottime possibilità di far seguire a questa molte altre soddisfazioni: Stefano Paparozzi. Ventotto anni, nato a Roma ma lavora a Mestre. Si interessa di fantascienza, astronomia, musica, piante grasse. Ha un blog dove pubblica un gran numero di recensioni librarie, versoercole.wordpress.com.
Il racconto si intitola Rendez-Vous, e uscirà su Robot 74, in marzo.
Complimenti a Stefano e agli altri finalisti, che ricordiamo qui:
Almamater di Raffaele Notaro
La casa dei piccioni di Valentino Peyrano
Dama bianca dama nera di Marco Migliori
Lost by Univers di Linda De Santi
Quello che i bambini non sanno di Luca Prati
Lo stagno di Roberto Vaccari
Thomas di Veronica Baeli
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