I bene informati sanno bene che le suggestioni per questo film d'animazione Disney vengono da molto lontano. E non certo solo dal Giappone in cui - si vocifera - sarebbero stati trovati punti di contatto notevoli con storie re fumetti autoctoni riguardo Atlantide. Cose che accadono quando si abbandona il solco più o meno sicuro della fiaba per passare, invece, a quello più erto e scosceso della contaminazione di generi. Un po' Flash Gordon, un po' Indiana Jones, Atlantis è una pellicola dalla fortissima vocazione fantascientifica con tanto di lingua atlantidese creata dallo stesso linguista (Mark Okrand) già curatore del Vulcaniano parlato in Star Trek. Ma c'è anche qualcosa di più: un film molto curato sotto il profilo dei dettagli tecnici con una tecnologia alla Jules Verne che mescola il passato e il futuro. Una storia che oltre alla solita avventura contiene un messaggio molto importante: è la lettura a preservare la civiltà. Non importa quanto tu possa essere avanzato tecnologicamente se non conosci la memoria del tuo passato, inevitabilmente, non hai alcuna possibilità di sviluppo futuro. Una pellicola molto diversa dal solito che sembra perfino infischiarsene anche del politicamente corretto dominante il cinema Disney.