Paul Rudd ha avuto una sola reazione quando Edgar Wright abbandonò un progetto così lungamente costruito come lo era Ant-Man: "Ero devastato". Anche Kevin Feige, il boss della Marvel Studio, ammette che il disaccordo era di natura artistica, nato dopo che al regista era stato presentato uno script riscritto senza il suo input, ma con una differenza: "Sì, è vero che c'era un disaccordo sulla direzione che avrebbe dovuto prendere lo script, ma tutto era stato fatto alla luce del sole, tutti erano a conoscenza di tutto. C'era una sensazione del tipo Noi stiamo andando in questa direzione, tu devi andare in questa direzione, forse è meglio se restiamo solo amici".
"Tutto è successo in fretta," racconta Rudd. "Edgar mi ha chiamato e improvvisamente era tutto all'aria." Così l'attore decise di coinvolgere l'amico regista Adam McKay: "Tutto è avvenuto organicamente. Quando Edgar se ne andò alla Marvel cominciarono a parlare di nuovi registi e sapevo quanto fosse brillante Adam, così lui venne e incontrò i produttori."
Ma i due fecero molto più di questo: "Io e lui avevamo delle idee, per cui passammo un po' di tempo riscrivendo lo script, e alla fine avevamo riscritto l'intera storia. Improvvisamente, questo aveva dato tutta una nuova vita e intensità rispetto a quanto ci eravamo immaginati". Subito dopo Kevin Feige chiamava lo sceneggiatore di fiducia Peyton Reed: "Lo conosco da almeno due anni, insieme avevamo lavorato a una sceneggiatura poi abbandonata sui Fantastici Quattro".
Ma anche in questo caso, non si trattava solo di amicizie: "Quando stavamo preparando I Guardiani delle Galassia, la scelta finale era tra lui e James Gunn, per cui quando dovemmo sistemare Ant-Man, Peyton fu il primo che chiamammo".
Infine, vennero chiamati gli esordienti Gabriel Ferrari e Andrew Barrer per un'ultima revisione: "È stato un ottovolante di emozioni, ma sono entusiasmato e impressionato dalla Marvel," aggiunge Rudd, sottolineando che comunque "l'idea, la traiettoria, l'obiettivo finale, la struttura, sono tutti di Edgar. Noi abbiamo aggiunto qualche scena, cambiato qualche personaggio, aggiunto qualche personaggio, se confrontaste le due sceneggiature pensereste che sono storie diverse, ma l'idea è tutta sua."
Nel film, quando incontriamo Scott Lang/Paul Rudd, è in prigione per avere derubato un CEO che aveva a sua volta derubato i suoi impiegati, ma quando ne esce, la prima cosa che fa è rubare il costume di Hank Pym/Michael Douglas. È stato incastrato? La risposta dello sceneggiatore Peyton Reed è: "Ci sono cose che stanno avvenendo di cui Scott non è a conoscenza e che sono più grandi di lui".
Dopo aver dimostrato il suo valore, Hank addestra Scott con l'obiettivo di rubare il costume chiamato YellowJacket, creato da Darren Cross/Corey Stoll, ex protegè di Hank che ha fondamentalmente rubato l'idea di Hank per creare il suo alter ego tutt'altro che buono.
A loro si aggiunge Evangeline Lilly. "Il tentativo di rubare YellowJacket è sostenuto e complicato da Hope Van Dyne. Lei è stata assente dalla vita del padre per molto tempo, per cui il suo arco narrativo, così come lo è quello di Scott con la figlia, è di cercar di trovare un rapporto con il padre."
Riguardo gli effetti speciali legati al rimpicciolimento, Reed si tiene a precisare che non vedremo un altro Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi: "Abbiamo usato sia la macro-fotografia, la tecnica usata per riprendere gli insetti, che il motion-capture. Ci sono macchine da presa e obiettivi che trasformano aree minuscole in paesaggi sterminati, poi abbiamo filmato Paul in motion capture per inserirlo in quegli ambienti".
Infine, tocca a Corey Stoll raccontare il suo Darren Cross: "Io ero questo bambino prodigio che Hank ha istruito e reso parte della sua società di tecnologie avanzate. Poi ho cominciato a essere consapevole di queste voci sulla tecnologia per rimpicciolire le persone a mezzo pollice di altezza mentre la loro forza rimaneva intatta. Ne diventavo ossessionato, chiedendo di portare avanti l'esperimento, ma Hank lo aveva sepolto per motivi etici e morali".
Stoll svela che Cross e Hope Van Dyne avevano complottato per togliere la compagnia dalle mani di Pym: "Ora ho scoperto la mia versione di quella tecnologia e l'ho usata per scopi militari. Ho anche cominciato a usarla personalmente, non sapendo che dà effetti psicotici a chi la usa troppo a lungo. Non posso spiegarvi troppo su Yellow Jacket, ma la mia tecnologia è di diverse generazioni più avanzata rispetto a quella di Ant-Man, è quando la indosso, io divento Yellow Jacket!"
Ant-Man è previsto in uscita il 17 luglio negli Usa e il 12 agosto da noi: che dite, la Marvel ha un nuovo campione da aggiungere alla sua collezione?
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