Se la scientificità del film è stata garantita da Thorne, non è che si sia dato meno spazio alla trama e allo spettacolo del film.“Abbiamo reputato necessario discostarsi dal rigore scientifico per rendere questi oggetti più comprensibili al pubblico, e comunque, di fronte ai risultati, le teorie che ci ha fornito Kip hanno dato vita a qualcosa di spettacolare”, ha affermato Nolan. “Con il particolare effetto gravitazionale dato da una sfera di cristallo che riflette l'universo, un buco sferico nello spaziotempo, abbiamo notato alcune anomalie molto sconcertanti su come il suo aspetto cambia quando lo si guarda da un angolo leggermente diverso o da una distanza diversa”.
La Double Negative ha ulteriormente migliorato la realtà dello spazio ispirandosi all’astrofotografia proveniente dagli archivi del Royal Observatory del Regno Unito, ed alle immagini ad alta definizione dal telescopio spaziale Hubble. Essi hanno inoltre esaminato la banca dati della NASA di 2,5 milioni di stelle, per riprodurre l'universo reale che fa da sfondo al film.
Mentre la realtà dell'universo veniva realizzata attraverso il CGI, Nolan ha riunito i suoi capi dipartimento per iniziare a gettare le basi per la spedizione interstellare al centro del film.
“Alcune cose si possono ottenere solo con gli effetti visivi”, ha spiegato il regista di Interstellar, “ma si hanno a disposizione anche tanti altri tipi di trucchi per convincere il pubblico della visceralità delle immagini che stanno vedendo”.
Per il film, Nolan ha voluto coniugare l'intimità e l'immediatezza propria dello stile di un documentario con dispositivi portatili, e la bellezza e la texture possibile solo con il formato widescreen della pellicola IMAX, che ha spinto il regista ed il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema ad utilizzare nuovi metodi rivoluzionari di utilizzazione della telecamera.
“Era chiaro che volessimo delle immagini in widescreen per i panorami – il nostro primo avvistamento del buco nero o wormhole – girando con la telecmera IMAX”, ha affermato Nolan. “Non credevamo di poter utilizzare la telecamera IMAX anche in ambienti più piccoli, date le sue dimensioni gigantesche ed il peso. Ma Hoyte era determinato a portarla in spalla, a prescindere da quanto pesasse. Come abbia fatto, non ne ho idea, ma ciò ci ha permesso di girare molte più scene la telecamera IMAX di quanto inizialmente pensavamo fosse possibile”.
Per van Hoytema, questa tecnica è stata una progressione naturale dalle emozioni che ha vissuto attraverso lo script. “Questa è una storia prettamente visiva, ma ha in sé un’ anima, e questa è una cosa che bisogna preservare”, ha dichiarato il direttore della fotografia. “Volevamo trovare un modo per utilizzare la telecamera IMAX quasi come la pesantissima Go-Pro, ma ci sono voluti molti aggiustamenti per ottimizzare la tecnologia. In questo modo, ci siamo sentiti liberi di osare con i primi piani e le scene dei dialoghi, sempre all’interno della magnifica cornice IMAX. Chris si è mostrato aperto e fiducioso, lasciando che la magia di quegli elementi spontanei fluissero, aggiungendo solo vitalità e realtà all'immagine”.
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