Il mondo surreale e fantastico del pittore olandese, costruito su vari piani visuali che si intersecano in un tutto unico, si ripropone sulle cover e backcover della serie conferendogli atmosfera e mistero, oltre a una buona dose di glamour.Le sue slanciate figure femminili dalle gambe chilometriche sono accompagnate da granchi giganti, loschi figuri armati, mastini, topi e visioni catastrofiche. Parrebbe di essere immersi in un classico tondo di Urania, se il formato non fosse a pagina piena e non incombesse la presenza traforata e ostile del padrone di casa, Wampus. Lo stile di Thole lo traspone dal nitido segno di Bernasconi in una plastica versione a colori, evidenziandone l’alienità e mettendone in scena la silhouette in pose spettrali degne di una creatura della Hammer film.Tra il 1969 e il 1970 questo meteorite dell’editoria sparisce anche dalle scene italiane, con il suo slogan “Fumetto avveniristico fantastico tenebroso”, magari troppo in anticipo sui tempi. Con ciò non bisogna credere che la vita di carta del personaggio sia terminata.Il tratto realistico del prolifico Bernasconi, insieme alla penna di Frescura sono di nuovo in moto sulla rivista Futura per produrre nel 1973 una versione meno estrema del loro personaggio. Ecco che una creatura dagli occhi a freccia torna a irretire e far danni sulla Terra nelle pagine (inedite in Italia) de L'Autre.
Il plot del nuovo anti-eroe mantiene una continuità con le vicende di Wampus, conferendogli delle sembianze più gradevoli e lasciando a questa sorta di Silver Surfer malvagio gli stessi poteri piroplastici e mutaforma del predecessore. Suo avversario di turno è il giornalista Jean Vlad, ma questa volta il braccio di ferro tra i due nemici assume connotati più sfumati, psicologici e insidiosi, dato che ci verrà rivelato che L'Autre è in realtà l’alter-ego negativo dello stesso Vlad, inviato da una dimensione parallela dominata dalla malvagità pura per spargere il caos. Occorreranno otto storie pubblicate nel giro di due anni per concludere il primo ciclo di avventure con l’episodio “Vainqueur et vaincu”, ma il personaggio è coriaceo e riappare ancora nel 2002 con i testi di Jean-Marc Lofficier su testate della Semic e della Image, ;;per continuare la sua avventura nel parco dei fumetti della Hexagon.
In questo clima di sfrenata vitalità la missione di Wampus non poteva restare inerte, infatti dopo aver lasciato in sospeso i suoi lettori nel 1969 con l’episodio “Le Ciel est Rouge”, lo rivediamo riprendere le fila del suoi piani di rovina nel 2001 con le redini di Jean-Marc Lofficier ai testi, a partire dalle tavole di “Le Sacrement du Mal”.
I disegni di Bernasconi sono sempre alle chine e illustrano un altro elemento di novità di questo ciclo, cioè la presenza di altre figure note provenienti dal mondo Lug (come Bob Lance, Mister Song o il cavaliere Kabur), che creano frequenti team-up con i protagonisti della serie.
La risoluzione del duello tra Jean Sten e Wampus si avvierà alla sua conclusione dopo sette avventure piene di azione e cambi di scenario, infine prenderà commiato dai lettori in una storia dal titolo epico: “La Fin des Temps: L'Ultime Confrontation”.
Qualche anno dopo, la Hexagon comics ristamperà nuovamente il ciclo Le chroniques de Wampus con cover del californiano Ladronn e fill-in di altri disegnatori ospiti. La raccolta riscuote consensi e verrà tradotta poi in inglese per essere riproposta al mercato anglosassone con copertina di Stephen Bissette, a suo agio nel ritrarre il cugino azzurrognolo di Swamp Thing.
Il lungo viaggio del personaggio nato (e interrotto più volte) negli anni ’60 parrebbe compiuto, almeno per il momento. Potrebbe riapparire ancora, dannoso come sempre, nascosto sotto le sembianze di un politico, un finanziere o qualche altro uomo di potere. Con certi alieni proteiformi, non si può mai essere troppo sicuri di nulla…
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