Siamo ben attrezzati noi, nel nostro isolato. Si tratta di un comprensorio rettangolare affacciato su quattro strade, una delle quali principale. In tutto 114 portoni di palazzi mediamente di sei piani, per un totale di 1259 appartamenti. Il che significa che qui viviamo quasi in 4000. In tempi trascorsi ci sono state faide interne che hanno portato a epurazioni, ma ormai da tempo abbiamo raggiunto un equilibrio stabile. Il primo contenzioso, come potete immaginare, lo avemmo con il Comune allorché con decisione univoca decidemmo di isolarci. Non se ne poteva più di sentir parlare di stupratori, clandestini, ladri, squartamenti, assassini, neri, rossi e gialli. Detto fatto passammo a erigere mura fortificate intorno al nostro comprensorio. Il Comune pensò di venire a bloccare i lavori ordinandoci lo smantellamento immediato. Fu una prova di forza, ma noi eravamo pronti e giusto per far capire come stavano le cose rispondemmo con le armi, sia pure a scopo intimidatorio.
Il Comune allora passò a boicottarci in altro modo: in base alla vecchia legislazione ci dichiarò tutti fuorilegge e minacciò di tagliarci i servizi (elettricità, gas, acqua eccetera) e si interessò per evacuarci con l’esercito.
La faccenda provocò la nostra ilarità. Anzitutto, ci eravamo ben provvisti di gruppi elettrogeni e scorte varie; inoltre promuovemmo una causa legale: in altre zone del pianeta - specialmente negli Stati Uniti - già da decenni in grandi metropoli come New York o Los Angeles funzionano “enclaves” come la nostra, di fatto riconosciute dalla legge. Indubbiamente lì la legislazione è diversa, ma insomma c’erano autorevoli precedenti. Inoltre la tendenza si stava già ampliando a macchia d’olio anche in altre grandi città europee. Infine - colpo di grazia - il presidente del Tribunale a sua volta stava lavorando per legalizzare l’autonomia di un comprensorio di lusso, a Milano, contenente appartamenti di sua proprietà. Quindi la costruzione delle mura perimetrali proseguì e si concluse felicemente. Il resto è storia…
Viviamo magnificamente noialtri, nel nostro isolato. È nella parte alta della città e l’abbiamo denominato BariLibera. C’è una percentuale di militarizzazione in questo tipo di vita, ma la cosa non ci preoccupa. Abbiamo guardiani armati all’entrata e per la perlustrazione diurna e notturna, nelle case disponiamo dei più aggiornati sistemi elettronici di controllo, sorveglianza, sicurezza. Abbiamo scorte di armi. Non si muove mosca senza che il controllo non lo sappia, ma per il resto qui dentro godiamo una libertà e un relax assoluti, ciascuno di noi fa ciò che gli pare - nei limiti del vivere civile - senza che alcuno ficchi il naso. È questa la regola. E che nessun estraneo osi mettere piede qui dentro. Ciò che il decrepito imbelle Stato non ha saputo darci, ce lo prendiamo da noi…
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