Di Stephen Baxter sappiamo che è inglese, laureato in matematica e ingegneria, nonché uno dei più apprezzati autori di quel ramo della fantascienza che si definisce hard sci-fi, fondata cioè su speculazioni scientifiche rigorose e di cui Arthur C. Clarke è stato uno degli esponenti principali. In questi giorni è in uscita sul mercato americano il suo nuovo romanzo, Ultima, di classica ambientazione spaziale nonché seguito e conclusione del ciclo iniziato nel 2013 con Proxima.
In Proxima abbiamo seguito le vicende di Yuri Jones, uno del gruppo di coloni che nel ventisettesimo secolo hanno colonizzato Proxima IV, pianeta di Proxima Centauri, la stella più vicina al nostro sistema solare. Un mondo parecchio ostile, molto diverso dalla Terra, che i coloni dovranno rendere in qualche modo abitabile. E, in un futuro molto più lontano, in cui la galassia ospita soltanto resti di buchi neri e stelle morte, una enorme mente intelligente passa il tempo a ricordare il passato, accaduto milioni di anni prima.
In Ultima proseguono le vicende di Yuri e dei coloni, dopo la scoperta di antichi artefatti alieni che permettono il trasferimento istantaneo da un punto a un altro dello spazio, aprendo le possibilità di viaggi interstellari. Questa possibilità però non è esente da rischi. Perché le menti che abitano l'universo, e che sono vecchie di miliardi di anni, hanno dei progetti per la razza umana, o per alcuni dei loro esponenti. Perché la realtà dell'universo è che esistono innumerevoli passati che possono confluire nel presente, e che il futuro è tutt'altro che infinito.
Baxter, che con L'incognita tempo, il seguito autorizzato di La macchina del tempo di H.G. Wells, vinse un gran numero di premi e riconoscimenti, con questo mini-ciclo si rituffa nel genere che gli è più congeniale, quello della space opera a base di forti estrapolazioni scientifiche e in cui l'umanità se la deve vedere con intelligenze di solito molto più avanzate. Insomma, tutto il repertorio classico che da Clarke in poi ha caratterizzato la fantascienza spaziale matura e moderna, e la cui tradizione Baxter porta avanti con grande maestria.
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