Tutto comincia con una battuta (non la prima in realtà) fatta da Rupert Murdoch: durante una conferenza tenuta per il Wall Street Journal, il superboss dell'industria dell'informazione e della Fox ha detto, scherzando, che il budget dei sequel di Avatar stava già raddoppiando.

Poco più tardi, James Cameron ha riso sentendosi riportare la battuta e ha raccontato il suo modo di economizzare: "Ovviamente sono dei film costosi, ma stiamo lavorando sull'economia all'interno di una produzione epica."

E spiega "Stiamo letteralmente riprendendo (in motion capture) tutti gli attori contemporaneamente, stiamo effettuando tutte le riprese in ambienti reali nello stesso momento, è come se stessimo girando una miniserie. Per cui, teoricamente, stiamo mantenendo i costi più bassi rispetto al primo film (237 milioni di dollari di budget)."

Cameron ci tiene a sottolineare anche l'epico incasso mondiale di 2,7 miliardi di dollari del solo primo capitolo, aggiugendo a beneficio di Murdoch "Penso siate in grado di fare due conti costi/benefici."

Racconta poi l'evoluzione della tecnologia usata per i prossimo capitoli:

"L'aspetto che più mi colpisce è come il prototipo funzionasse bene, ma non era per niente user-friendly e richiedeva parecchio duro lavoro, al punto che ci consolavamo pensando che lo avremmo migliorato per i sequel."

Aggiunge poi: "È interessante come il termine girare sia diventato obsoleto in quasi tutti i suoi aspetti, perché si, catturiamo le immagini e c'è una vera Fotografia, ma è tutto fatto con telecamere digitali. E questo rappresenta solo il 20/25% del film, il resto è generato sinteticamente."

Vista la sua innata passione per le innovazioni tecnologiche, gli è stato chiesto il suo parere sui recenti progetti legati alla realtà virtuale, nella fattispecie quella Oculus Rift acquistata da Mark Zuckerberg per due miliardi di dollari: "Sembra esserci un sacco di entusiasmo intorno a qualcosa che, onestamente, mi fa sbadigliare."

Il suo punto di vista è semplice: "Le domande che mi pongo sempre sono: Quando sarà maturo? Quando sarà accettato dal grande pubblico? Quand'è che la gente comincerà a creare qualcosa in VR e che aspetto avrà?"

In fondo "Che livello di interazione potrà mai esserci oltre al guardarsi intorno. Se vuoi muoverti all'interno di una realtà alternativa, lo fanno già i videogame, che esistono da un'eternità."

E chiude l'argomento dicendo in modo alquanto sarcastico "Oculus Rift è buono, ha un buon display e tutto il resto."

Lo scetticismo di Cameron affonda le sue radici nel fallimento economico di Strange Days, film di culto che però all'epoca (1995) incassò solo otto milioni di dollari in patria contro un budget di 42 milioni (e cifre ancora più basse nel resto del mondo): "Ricevetti una chiamata da Rupert, che mi disse mai più roba del genere. È tutto ciò che disse e direi che fu alquanto gentile nel farlo."

I sequel di Avatar sono previsti in arrivo rispettivamente nel dicembre 2016, 2017 e 2018, ma la domanda che vogliamo farvi è: riuscirà la saga a ritrovare il suo pubblico, ritrovandosi nel mezzo dello scontro Marvel/DC comics/Star Wars?