Nelle ultime settimane i dirigenti di SyFy, il canale americano teoricamente specializzato nel genere fantastico, hanno fatto grandi proclami annunciando il rinnovato impegno sulla fantascienza, con una serie di novità in arrivo nei prossimi mesi.
Non in modo esplicito ovviamente, ma leggendo tra le righe appare evidente una sorta di ammissione di colpa. Syfy ammette di aver preso una cantonata quando anni fa ha deciso di diversificare la propria programmazione lasciando la fantascienza sempre più in un angolo per introdurre realities, wrestling e altri programmi apparentemente indirizzati al target dei suoi ascoltatori - o ad ampliare il target stesso - ma in effetti perdendo, complice anche il contestuale cambiamento del nome da Sci Fi Channel a Syfy, la propria connotazione.
Nel 2008 Sci Fi Channel chiudeva la serie culto del momento, Battlestar Galactica. Già alla metà della terza stagione il canale cominciò a mettere in dubbio la continuazione della serie, forzando la mano sulle sceneggiature in funzione di una minore dipendenza dalla continuity e un maggiore accento su episodi stand alone; con conseguente crollo della qualità della serie, che con fasi alterne verrà poi chiusa alla fine della quarta stagione. Poco dopo aver rotto il suo giocattolo migliore, nel 2009 il canale annunciava il cambio di nome in Syfy e la svolta nella strategia: "vogliamo collegare in modo meno stretto alla fantascienza e allargare il campo a generi vicini, come fantasy, horror, paranormale, ma anche thriller, azione, avventura".
Da allora la programmazione televisiva ha offerto diverse altre serie culto di genere fantastico, ma sono andate in onda su altri canali: True Blood e Game of Thrones su HBO, Doctor Who su BBC America (in USA), The Walking Dead su AMC. Quello che allora era il dominio del canale della Universal oggi è sparso su un ampio spettro di canali, e Syfy è costretta a rincorrere. A "Imagine greater" è seguito un triste "become smaller". Il cambio di nome ha portato a un piccolo disastro anche nella gestione internazionale del marchio: oltre un terzo del canali "Sci Fi Channel" nel mondo non ha acquisito il nuovo nome, lo ha cambiato in qualcosa di diverso e/o ha chiuso. Come è avvenuto in Italia, dove - dopo che per lungo tempo si era ipotizzato l'avvento di un vero e proprio canale Sci Fi - il marchio, che era usato per identificare la programmazione di fantascienza del canale Steel, scomparve nel nulla, seguito poi dallo stesso canale Steel venne sostituito da Premium Action, mentre AXN apriva il proprio canale AXN Sci-Fi e Rai4 acquisiva tutte le principali serie di fantascienza sul mercato.
La flotta messa in cantiere da Syfy non è da poco. 12 Monkeys, serie tratta dall'omonimo film; Ascension, miniserie con Tricia Helfer; Childhood's End, mini serie di sei episodi tratta dal classico di Arthur C. Clarke Le guide del tramonto, con Charles Dance (Twin Lannister in Game of Thrones); The Expanse, serie di 10 episodi, serie thriller-spaziale basata sui libri di James S.A. Corey; Hunters, serie di 13 episodi tratta dal libro di Whitley Strieber Alien Hunter.
Come spettatori non ci si può che rallegrare nel vedere un po' di concorrenza sulle produzioni di fantascienza; alla domanda se Syfy sarà in grado di recuperare il tempo e il terreno perduto potremo dare una risposta solo tra un paio d'anni.
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