Arriva sugli schermi preceduto da una fama editoriale quasi senza precedenti conquistata a suon di milioni di copie vendute in mezzo mondo. E' Harry Potter, il bambino apprendista stregone creato dalla scrittrice inglese J.K. Rowling e approdato adesso alla corte di Hollywood senza però aver perso, bisogna dirlo subito, il suo essere profondamente inglese. E di questo bisogna dar atto allo sceneggiatore Steve Kloves, che infatti sembra abbia avuto un ottimo rapporto con la scrittrice 'mamma' di Harry, e alla produzione che, pur battendo bandiera americana, ha mantenuto fede al testo originale mantenendo toni e modi assolutamente inglesi e scritturando un cast 'all british' capeggiato dalla grande Maggie Smith (la proffessoressa di trasformazioni McGonagall) e dal gigantesco e barbuto Robbie Coltrane (Hagrid, il guardiano).
La prima parte del film è forse la migliore, la più gustosa: conosciamo il giovane Harry (Daniel Radcliffe, perfetto per la parte) alle prese con le quotidiane angherie subite nella famiglia con cui vive da quando i suoi genitori sono morti, con tanto di fratellastro assolutamente odioso. Finalmente un giorno le cose cambiano e il ragazzo è invitato a presentarsi alla scuola di magia di Hogwarts, e da quel momento la sua vita non sarà davvero più la stessa. Partendo dal singolare binario ferroviario 9 e 3/4, a bordo dell'Hogwart Express, Harry entrerà in questo mondo pieno di strane creature, regolato dalle bacchette magiche, con gufi ad ogni angolo e scoprirà anche i lati oscuri del soprannaturale, nonché il significato della strana cicatrice che ha sulla fronte...
Tra lezioni di volo sulla scopa e pericolose missioni nelle segrete del castello di Hogwarts Harry Potter scorre veloce senza annoiare, pur nelle sue due ore e mezza di proiezione accompagnate dalle musiche di John Williams (il quale ha abilmente rimesso mano al Tema della Morte Nera di Star Wars, rivestendolo con sonorità medievaleggianti e ricavandone il tema principale del film: della serie, quando l'ispirazione latita il mestiere è tutto). Bilanciando abilmente momenti divertenti ad altri più cupi e minacciosi, il film di Chris Columbus (Mrs Doubtfire) si propone come il primo vero classico film per famiglie del nuovo secolo, senza però eccedere nella melassa sentimentale che rende spesso indigesti i film in cui i principali protagonisti sono i bambini. Ed è un film per tutti nel senso che può piacere a diverse età di spettatori, non c'entra l'essere troppo giovani o troppo grandi per guardarlo e goderselo, basta riconoscere la piccola grande magia che è dentro ognuno di noi. E' un film che riguarda il saper osare essere diversi dagli altri, semplicemente essendo se stessi. Certo, i bambini sono gli spettatori ideali per un film del genere, ma anche i più grandicelli meno inariditi, se vorranno, si troveranno a desiderare per qualche istante come sarebbe bello saltare su quella scopa incantata e svolazzare allegramente nel cielo di Hogwart.
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