Chi sei, se esistono altri te? È la domanda alla base di Mouse-X, enigmatico corto da poco sbarcato in rete. Si racconta la storia di Anderson, un uomo che si sveglia in una stanza senza avere idea di come sia finito lì. Lentamente scopre di non essere solo: nelle stanze adiacenti trova una moltitudine di suoi cloni e, per fuggire, dovrà lottare contro se stesso.
Il progetto è firmato dall'inglese Justin Tagg, docente di Creative Advertising presso l'università di Lincoln, e già autore di un altro corto (The Paperboy, 2003, proiettato in più di settanta festival). Tagg ha raccolto poco meno di settemila euro nel 2012 sulla piattaforma di crowdfunding inglese Sponsume (ne chiedeva poco meno di quattromila). Non grandi cifre, ma il risultato è comunque notevole dal punto di vista dell'impatto visivo.
Mouse X esplora il tema dell'identità declinandolo in modo particolare, come spiega lo stesso regista: "Descriverei il corto con la metafora del dado, il quale dovrebbe rappresentare l'idea del caso. Ma lanciando un dado, il caso è in realtà l'impossibilità, da parte nostra, di conoscere tutti i parametri che determineranno l'esito del lancio. In laboratorio saremmo in grado di ottenere un sei da ogni lancio, giusto? Dunque il dado non è altro che l'illusione del caso. Ho applicato questo concetto all'universo di Mouse-X, chiedendomi cosa potremmo imparare sul comportamento umano in laboratorio".
Il corto è già stato selezionato in vari festival, fra cui Hollyshorts LA, Sci-Fi London, Kino Film Manchester, Rhode Island International Film Festival, Bafta, oltre ad aver conquistato una nomination come Best Film al National Irish Science Fiction Film Award.
Ecco dunque Mouse-X, buona visione.
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