Magari non piacerà a tutti, ma William Gibson resta uno dei riferimenti indiscussi della fantascienza di questi ultimi decenni, che lui stesso ha contribuito a cambiare dalle fondamenta con la concezione del cyberpunk, la connessione estrema tra uomo e macchina, tra digitale e organico, che continua a influenzare gli autori sci-fi da oltre trent'anni. Per cui è ovvio che l'uscita di un suo nuovo romanzo è di per sé un evento, a maggior ragione quando arriva dopo quattro anni di silenzio, cioè dopo Zero History, a conclusione della cosiddetta Trilogia di Bigend (che includeva L'Accademia dei sogni e Guerreros). Parliamo di The Peripheral, in uscita oltreoceano alla fine del mese di ottobre.
Burton è un veterano della Elite Force Recon Haptic con danni permanenti per via degli impianti neurali che gli sono stati installati, e che sopravvive con la sorella Flynne grazie alla pensione dell'esercito. Una sera Burton dice a Flynne di aver trovato un lavoro come beta tester per un nuovo gioco, a cui però non potrà partecipare. Sembra una cosa semplice: costruire un perimetro intorno all'immagine di un edificio in costruzione. Trovare e correggere piccoli bug, si presume per aumentare la sicurezza. Questo è tutto. Burton offre un bel po' di soldi a Flynne per prendere il suo posto. Quello che Flynne trova però non è ciò che si aspettava, e il gioco potrebbe essere molto più pericoloso e trasformarsi in un omicidio.
Da tempo nei blog e nei forum si discute se Gibson continui ancora a scrivere fantascienza o sia passato a qualcos'altro. In effetti, lasciati da parte gli estremi del cyberpunk e la descrizione di un futuro semi distopico nella trilogia del Ponte, negli ultimi libri Gibson si è messo a scrivere di qualcosa che si potrebbe definire "futuro imminente", un luogo dove il confine tra fantascienza e quotidianità di fatto non esiste, e ciò che viene mostrato è qualcosa che potrebbe accadere, o è già accaduto, senza soluzione di continuità con l'esperienza reale che ciascuno può sperimentare.
Sembra che con questo romanzo, almeno a giudicare dai commenti provenienti dai blog di chi lo ha letto in anteprima, Gibson sia tornato ad atmosfere più fantascientifiche, situando la storia in un arco temporale abbastanza vicino al nostro da poter essere riconoscibile, pur essendo futuribile il giusto, e che le applicazioni informatiche spinte siano ancora al centro della trama. Chi ha dimestichezza con la lettura in inglese può anche leggersi il primo capitolo rilasciato dallo stesso autore sul suo sito ufficiale, il cui link si trova nelle Risorse in rete. Non si sa se The Peripheral resterà un romanzo a sé stante o se sarà l'apertura di un nuovo ciclo; resta l'evento di questo nuovo romanzo, e del nuovo squarcio di futuro iperrealistico che Gibson ha voluto aprire.
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