Alla raffica di domande degli studenti, Altomare e De Matteo hanno risposto con varie sfumature, lasciando emergere i conflitti e le contraddizioni di un mondo in continua mutazione, stimolando proprio su questo i giovani ad acquisire una maggiore consapevolezza. Donato Altomare, oltre che autore anche presidente della World Science Fiction Italia, l’associazione che riunisce gli operatori italiani del fantastico, ha fatto presente: “Siamo quello che sappiamo. Per questo è necessario leggere, studiare e aggiornarsi. Sta a noi, dopo, utilizzare al meglio le conoscenze acquisite per metterle a frutto”.De Matteo si è trovato in sintonia con l’appello: “La scienza e le tecnologie possono assumere, se ben governate, un ruolo rivoluzionario per la conduzione della nostra vita, con ricadute positive per lo sviluppo della società. In caso contrario, siamo noi a subirne il controllo, auto-relegandoci in una condizione subalterna. In ultima battuta è sempre la conoscenza, intesa come esperienza e come consapevolezza, a fare la differenza”. In proposito ha aggiunto come la fantascienza abbia un punto di vista privilegiato nell’osservazione dei cambiamenti che dominano la nostra epoca. In un contesto di stravolgimenti epocali, nel quale progresso e science fiction spesso si sovrappongono, sfumando l’una nel territorio di pertinenza dell’altro, romanzi, racconti, film e serie TV di fantascienza possono offrire utili spunti utili alla riflessione, sollevando interrogativi e aprendo nuove aree di confronto.
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare Corpi spenti, l’ultimo romanzo di Giovanni De Matteo, recentemente pubblicato da Mondadori nella storica collana di fantascienza da edicola “Urania”, curata da Giuseppe Lippi. “Dopo l’Italcon di Bellaria – ha sottolineato lo scrittore, che proprio in provincia di Matera, a Policoro, è nato nel 1981 – presento con immenso piacere il mio romanzo a Matera, un esempio virtuoso di quanto possa essere costruito e proposto nel Mezzogiorno. Così mi unisco a voi nell’augurio che la vostra città possa proseguire in questo percorso di crescita anche grazie al ruolo di Capitale Europea della Cultura nel 2019, a cui si è candidata distinguendosi per serietà, lungimiranza e prospettiva”.
Corpi spenti è un’altra tappa cruciale nella fortunata carriera dell’autore lucano/campano (ormai bolognese di adozione), già vincitore nel 2006 del Premio Urania con Sezione π², di cui questo romanzo rappresenta il seguito. Siamo davanti a un poliziesco fantascientifico dalla forte connotazione politica, ambientato a Napoli nel 2061. Nell’anno del bicentenario dell’Unità d’Italia viene paradossalmente portato a termine il processo di “secessione controllata” del Sud Italia, con la creazione di un Territorio Autonomo del Mezzogiorno quasi indipendente dal resto del Paese. Ma la manovra nasconde in realtà delle motivazioni non del tutto cristalline. Gli agenti della Sezione Investigativa Speciale della Polizia Psicografica di Napoli (già visti in azione nel precedente romanzo), provvisti della facoltà di recuperare dalle vittime di crimini violenti le ultime memorie, utili a definire un quadro accusatorio per l’individuazione dei responsabili, si trovano ad affrontare problemi non di poco conto quando nel corso delle loro indagini vanno a scontrarsi contro il groviglio di interessi politici e criminali che sono alla base della secessione del Mezzogiorno. Da quel momento in poi inizia per loro una lotta senza quartiere, contro nemici nascosti nell’ombra, disposti a tutto per assicurarsi il controllo della città.
Romanzo ricco di speculazione intellettuale e denso di intrighi che tengono il lettore con il fiato sospeso, Corpi spenti è un libro adatto anche ai giovani lettori, che possono trovarci senso dell’avventura e del mistero uniti a spunti di riflessione direttamente legati al nostro tempo e al nostro mondo: la manipolazione dell’informazione e, attraverso questa, dell’opinione pubblica, l’omologazione dei modelli estetici femminili, l’introduzione di contratti lavorativi al limite della privazione di ogni tutela e il rischio delle derive reazionarie di uno stato di polizia. Un futuro che, ci auguriamo, possa essere scongiurato da una crescente consapevolezza. Anche con l’aiuto delle nuove generazioni.
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