Vi è mai capitato di non ricordare nulla di un romanzo o di un racconto, niente trama, niente personaggi, ma quando lo sentite nominare sapetesolo con certezza si trattava di qualcosa di bello, che vi era piaciuto?
A me succede raramente ma con L'odissea del superuomo di Charles Leonard Harness è stato proprio così, a mia parziale scusante il fatto che lessi l'opera la prima volta appena dopo l'estinzione dei dinosauri.
Correva il lontano 1976 quando affrontai un Bigalassia che conteneva il romanzo breve e i due racconti che costituiscono L'odissea del superuomo, per cui ho avuto quasi quaranta anni per dimenticarli.
Quel volume adesso giace da qualche parte in cantina o in garage, ma Mondadori ha pensato bene di riproporre la breve antologia su Urania Collezione, ovviamente non potevo farmi scappare l'occasione di rileggerla.
L'odissea del superuomo (The rose, 1953)
Una strana malattia sta deformando il corpo di Anna Van Tuyl, una giovane psichiatra che vede giorno per giorno il suo organismo cambiare senza che si riesca a individuarne la causa.
La vita della donna sta precipitando in una spirale di sconforto e autocommiserazione quando il suo medico, nonché miglior amico, le dice che il balletto che lei sta scrivendo potrebbe essere rappresentato al Festival della rosa.
Ann si reca nella Via, la strada degli artisti, per incontrarsi con Ruy Jacques, del Comitato del Ballo del festival, ma l'appuntamento non va del tutto liscio.
Ruy è un individuo molto particolare, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale, inoltre è il marito di Martha, la bellissima scienziata della Sicurezza Nazionale, che sta studiando un sistema di equazioni chiamato Sciomnia, l'arma definitiva a disposizione degli scienziati.
Se da un lato la scoperta che anche Ruy sta subendo la sua stessa mutazione in qualche modo conforta Ann, la psichiatra è consapevole che il gioco a tre è terribilmente pericoloso, lo scontro finale tra scienza e arte è ormai imminente e forse sarà catastrofico.
I giocatori di scacchi (The chessplayers, 1953)
I membri del circolo scacchistico K street si stanno preparando a giocare una serie di partite "alfiere contro cavallo" con un club russo, facile immaginare la loro preoccupazione.
Ma il confronto con i temuti sovietici non è la loro sol preoccupazione, un clandestino proveniente dall'Europa orientale, il dottor Hans Schmidt, chiede loro di organizzare una serie di partite in simultanea per aiutarlo a raggranellare i soldi necessari a evitare l'espulsione dagli Stati Uniti.
La valutazione del giocatore, di nome Zeno, non va abbastanza bene e il segretario del circolo deve rifiutare l'esibizione.
Ma quando si viene a sapere che Zeno è un esperto di partite "alfiere contro cavallo" le cose cambiano.
La nuova realtà (The new reality, 1950)
Quando A. Prentiss Roger riceve l'incarico di indagare sul professor Luce considera la cosa una perdita di tempo.
L'ufficio dei censori vigila sulle ricerche scientifiche ponendo fine, a volte anche in modo brusco, a quelle che rappresentano un pericolo per l'umanità, ma stavolta non sembra ci sia il minimo rischio.
Il professor Luce apparentemente è un filosofo con idee molto bizzarre sul progresso umano, le sue teorie sono risibili e innocue tuttavia E., la direttrice dell'ufficio dei censori, è preoccupata.
Indagando sulle attività del professor Luce A. scopre che lo scienziato sta preparando un esperimento con il preciso scopo di provocare il collasso della realtà.
Autore non famosissimo ma estremamente abile, Harness infarcisce di idee le sue opere e anche stavolta non si smentisce, per quanto le tre storie dell'antologia siano abbastanza disomogenee.
Il secondo racconto è breve e scherzoso, simile a Incubo a 64 caselle (The 64-Square Madhouse, 1962) di Fritz Leiber, anche in questo caso non c'è nessun elemento fantascientifico, tranne quello riguardante l'identità di uno degli scacchisti.
La nuova realtà è più complesso e ha toni vagamente dickiani, Harness getta dei dubbi sulla consistenza della realtà e immagina un esperimento tanto ingegnoso quanto impossibile (almeno spero) per distruggerla.
Alla fine ci si accorge che il racconto si incasella perfettamente in un settore sfruttatissimo della fantascienza, ma questo si scopre solo nelle ultime pagine.
Il romanzo breve o se preferite il racconto lungo che dà il titolo all'antologia è l'opera più ambiziosa di Harness, che vuole raffigurare il prossimo passo dell'evoluzione umana attraverso il contrasto tra scienza e arte.
Probabilmente un tema del genere avrebbe meritato più di cento pagine, comunque L'odissea del superuomo è una storia appassionante, con personaggi e luoghi ben caratterizzati.
Harness parla di poesia, musica, pittura, equazioni scientifiche, storia, psicologia ottica ed evoluzione intrecciando le vicende dei protagonisti con la messa in scena di un balletto tratto dal racconto L'usignolo e la rosa di Oscar Wilde.
Difficile riuscire a catturare l'attenzione con tanta carne al fuoco, eppure Harness riesce nel suo intento, senza lasciare la presa sul lettore sino al finale.
Alla fine ho capito perché ricordavo con piacere questa antologia e anche che, tutto sommato, non avevo dimenticato proprio tutto.
La sicurezza è pericolosa, un paradosso che nasconde una grande verità... adesso so da dove si è infilato nei miei ricordi.
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