Se il romanzo è l'affresco del mondo, allora il noir è il panno sporco con cui i pittori puliscono i pennelli. Non so se questa definizione di Luther Blisset possa calzare a tutta la narrativa noir, sicuramente rende l'idea di cosa il lettore deve aspettarsi aprendo Manifesto per chi muore, ennesimo centro della romana E/O.

Chi non ricorda Getaway? E' uno dei film che hanno fatto la storia del cinema nero americano e la sfortuna del suo sceneggiatore. La storia di Getaway nasceva infatti dalla penna di Jim Thompson, scrittore pulp oltremodo maledetto che Dominic Stansberry fa diventare il protagonista di Manifesto per chi muore. Alcolista, accanito fumatore, personaggio sempre in bilico - sul bere: "Troppo poco, e ti veniva il tremito; troppo, e tremava tutto il mondo" - Thompson è assoldato da Billy Miracle, uno dei tanti produttori privi di scrupoli che nuotano nel sottobosco hollywoodiano. Deve scrivere un soggetto per un nuovo film; la storia del film gliela fornisce Miracle stesso: si tratta classico triangolo maledetto alla Sunset Boulevard, la diva che inizia ad invecchiare, il ricco produttore, la stellina pronta ad allargare le gambe e a sorridere ai flash. Ma qualcosa non va come dovrebbe e Thompson si accorge che gli hanno tirato il bidone: la stellina muore (o forse non è lei?), dopo è massacrato anche il ricco produttore nella sua splendida villa e tutte le prove tendono ad incastrarlo.

Hollywood, il cinema, il sogno americano e gli incubi di chi ne rimane fuori: ecco di cosa parla Manifesto per chi muore. Certo che un protagonista migliore Stansberry non poteva sceglierlo. "Hai toccato il fondo Jimmy. Non ti chiama nessuno, non ti si incula più nemmeno tua moglie. Sento il fetore, stai marcendo" dice Thompson di se stesso. Lui, da autentico scrittore hard-boiler, è riuscito a distillare il "succo" del noir, così diverso dalla detective story tradizionale: e Stansberry riesce a giocare sul doppio piano realtà/finzione in modo magistrale. Manifesto (titolo del romanzo, ma anche del film che Thompson deve scrivere) è perciò una storia che al centro ha la scrittura e per questo diventa qualcosa di più di un semplice romanzo, diventa metaromanzo, riflessione sulla scrittura stessa. E forse per questo lo consigliamo soprattutto agli aspiranti scrittori.