Cicli e serie abbondano nella storia della fantascienza, gli scrittori amano costruire un universo che contenga le loro storie, tutto considerato è comodo avere uno sfondo e personaggi già pronti da sfruttare sino all'esaurimento (purtroppo a volte anche oltre l'esaurimento).

Altri autori rifuggono le ambientazioni ricorrenti, ogni loro storia si svolge in un nuovo contesto con nuovi protagonisti, ma a dire il vero non sono poi tantissimi, ci sono personaggi e vicende che non si accontentano di resatre confinati un solo romanzo.

Questo è il caso di Corpi spenti, romanzo che costituisce la continuazione di Sezione π², pubblicato nel 2007 sul numero 1528 di Urania in quanto vincitore del Premio Urania.

Una serie abbastanza anomala, Giovanni De Matteo ha lasciato passare sette anni tra il primo e il secondo capitolo, in un tale periodo di tempo molte cose possono cambiare, come purtroppo abbiamo potuto constatare.

La Napoli del 2061 è sempre una città luccicante e disperata, assediata dalla marea di Kipple e sull'orlo di un cambiamento epocale: la "secessione controllata" sta portando il Territorio Autonomo del Mezzogiorno a un elevato grado di autonomia, splendida opportunità per qualcuno, insidioso pericolo per altri.

Senza preoccuparsi delle umane vicende la morte continua a colpire in molteplici forme, il romanzo inizia con l'ispettore Corrado Virgili, per gli amici Guzza, alle prese con un corpo spento, abbandonato in una stiva della Milenaki, nave da trasporto proveniente dalla Russia.

La vittima è un marinaio di Istanbul, dato che l'omicidio è stato commesso durante la navigazione è facile sospettare dei membri dell'equipaggio, nessun altro era presente a bordo.

Eppure qualcosa nel caso sembra non tornare e la Sezione π², i Necromanti comandati da Vincenzo Briganti, si trova ben presto impegnata a risolvere una serie di misteri che si addensano in una spirale di violenza sempre più stretta.

Qualcuno ha preso di mira le spaziali, adolescenti il cui sviluppo è stato bloccato dalle modifiche necessarie per lavorare nello spazio, attrazione irresistibile ed estrema frontiera della perversione per i frelk.

Qualcuno che ha le stesse capacità degli agenti della π² e che è collegato all'omicidio del marinaio turco, il caso assume contorni sempre più minacciosi e trovare il misterioso cacciatore diventa un gioco con in palio la vita o la morte. 

I sette anni intercorsi tra il primo e il secondo romanzo dedicato ai Necromanti non sono passati invano, Giovanni De Matteo ha compiuto un netto salto di qualità senza peraltro rinunciare ad alcune sue peculiarità, in primis il gioco delle citazioni.

Citazioni che spuntano improvvise, in una testata giornalistica o in un modo di dire, scoprirle diventa un gioco intrigante quanto avanzare nell'intreccio della storia.

E se prende l'ansia di lasciarsene sfuggire qualcuna è sempre possibile andare a controllare sul blog dell'autore, http://holonomikon.wordpress.com/, dove possiamo trovare una vera e propria cronistoria del "making of" di Corpi spenti con moltissimi riferimenti alle fonti ispiratrici.

Non sono riportate proprio tutte le citazioni, alcune vanno scoperte, per esempio quella relativa a un'opera di Jules Verne (abbastanza facile, a dire il vero), piacevole omaggio a uno dei padri nobili della fantascienza.

La sensazione è che De Matteo abbia solide radici nella fantascienza (e non solo) del passato e le usi per proietttarsi verso il futuro.

L'interesse del romanzo non sta però nelle citazioni: ambientazione, personaggi e intreccio sono i veri punti di forza.

La Napoli futura è una città violenta ma viva, al centro di trame oscure, tra residui di guerre fredde ma anche bollenti e forze misteriose che usano indifferentemente manovre sotterranee e terrore per raggiungere i propri scopi.

A contrastare questi progetti criminosi gli agenti della π², stavolta tutti al centro della scena, ben caratterizzati e credibili; il mio preferito è Guzza, un detective cinico e duro, le sue indagini tra le spaziali sono le scene migliori del romanzo.

Lo stile è quello caratteristico di De Matteo, ricco e denso di informazioni su tecnologie e armi, con una vera e propria colonna sonora e un coinvolgimento intenso, richiede un certo grado di attenzione per seguire la vicenda ma ripaga con una sensazione di immersione notevole.

Un secondo capitolo superiore al primo, a Corpi spenti non è stato necessario vincere il Premio Urania (cosa peraltro impossibile per i vincitori del passato) per essere pubblicato, la sua miscela di diversi generi che formano un amalgama perfetto convince sin dalle prime pagine.

Sebbene la storia si concluda con un finale pieno di azione alcuni fili della trama non vengono risolti e alcuni spunti non vengono sviluppati, credo di essere facile profeta dicendo che Briganti e i suoi Necromanti torneranno a mostrarci un possibile futuro.

Come dicevo alcuni personaggi non vogliono restare fermi tra pagine già scritte.