Se a Trieste è già polemica, questa soppressione "politica" del festival allarga il dibattito portandolo nel mondo della fantascienza e del cinema a livello nazionale. "Nel passaggio di mano dal forzista triestino Franco Franzutti alla leghista friulana Alessandra Guerra l'assessorato regionale alla Cultura ha preventivato per il 2002 sensibili modifiche pur mantenendo inalterata la cifra complessiva, che supera i 14 miliardi di lire dei contributi ai singoli enti e associazioni riconosciuti d'interesse regionale. Una proposta quella allegata alla Finanziaria 2002 che penalizza in modo evidente gli organismi triestini a vantaggio di quelli friulani, per cui già si registrano all'interno della stessa maggioranza vivaci reazioni polemiche." Così ha scritto sabato scorso il quotidiano triestino Il piccolo, che più avanti nell'articolo spiega le varie modifiche, fra le quali "il triestino Festival della fantascienza che il primo anno aveva fruito di un contributo d'incoraggiamento e il secondo di un aiuto pari a 270 milioni di lire con l'impegno di una messa a regime col 2002 è stato addirittura cancellato."
Voci di seconda mano riportano che il comitato organizzatore, che in teoria potrebbe anche trovare altri sponsor, sarebbe comunque intenzionato a cercare di andare avanti. Ce lo auguriamo, sperando che non sia stata messa davvero la parola fine a questa manifestazione che negli anni Settanta era stata una delle maggiori nel suo settore a livello europeo e che avrebbe potuto tornare tale entro qualche anno.
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