Nel 2010 un piccolo film di fantascienza, o meglio del sottogenere “monster movies” si guadagnò l’attenzione di critica e spettatori. Quel film era Monster, diretto da Gareth Edwards. Ebbene, quando la riedizione di un pellicola su Godzilla è passata da pura ipotesi a film da realizzare, la scelta di Edwars come regista è sembrata naturale.
Nato a Nuneaton, una cittadina nel mezzo dell’Inghilterra, Edwards ha alle spalle una gavetta nel mondo degli effetti speciali e della realizzazione di corti con una massiccia dose di effetti speciali da far paura. A soli sei anni decise che da grande sarebbe diventato regista. Per la tesi di laurea, fu uno dei primi studenti a presentare un progetto che combinava il live action con gli effetti digitali. Comprendendo l’influenza della computer-grafica sul processo creativo della produzione di film, Edwards ha dato inizio ad una carriera decennale come tecnico degli effetti visivi, lavorando dalla sua camera da letto a documentari per la BBC come Hiroshima, per il quale si è aggiudicato un premio BAFTA. La sua abilità negli effetti visivi, lo ha condotto alla regia di Heroes and Villains: Attila the Hun per la BBC, creando personalmente tutti i 250 effetti visivi del progetto.
Subito dopo, prese parte alla Sci-Fi London’s 48-hour film contest, accettando la sfida di girare un cortometraggio senza troupe, con un solo attore ed in solo due giorni. Il risultato fu che Factory Farmed si aggiudicò il primo premio.
Ispirato da questo approccio amatoriale alla regia, Edwards arrivò a creare Monsters, il suo primo film. Si tratta di un thriller di fantascienza con un attacco alieno alla Terra ed i suoi effetti su un cinico giornalista americano, interpretato da Scoot McNairy. Con una troupe ridotta al minimo, ha lavorato come sceneggiatore, regista, direttore della fotografia ed ha progettato tutte le creature e gli effetti visivi del film.
Grazie a Monsters, Edwards ha ottenuto una nomina ai BAFTA come Migliore Debutto per un Regista o Produttore Britannico; ha conquistato tre premi British Independent Film, incluso quello per Migliore Regia e Migliore Risultato Tecnico, per gli effetti del film; un premio Evening Standard Film per il Migliore Risultato Tecnico/Artistico, per la Fotografia, Scenografie ed Effetti Visivi; un premio London Film Critics Circle honor come Regista Britannico più Innovativo ed un premio Austin Film Critics come Migliore Opera Prima. Il film stesso ha vinto il premio della National Board of Review come Migliore Film Indipendente ed un Saturn Award come Migliore Film Internazionale dalla Academy of Science Fiction, Fantasy e Horror.
Insomma, un debutto che lo ha proiettato all’attenzione dei produttori e alla regia di un film come Godzilla, di per sé già rischioso visto il precedente flop di Roland Emmerich.
Il film si basa sul personaggio della Toho Co film e si avvale della sceneggiatura di Max Borenstein, da un soggetto di David Callaham.
Le scosse sismiche rilevate nel 1954 all’interno della base nucleare di Janjira in Giappone, non preannunciano nulla di buono: a seguito di un incidente lo scienziato Joe Brody (Il Bryan Cranston di “Malcolm” e “Breaking Bed”), perde la moglie Sara (Juliette Binoche) e dopo 15 anni è ancora ossessionato dal tragico evento. Prima di morire conoscerà l’urlo e il nome di un male atavico pronto ad asserragliare la città di San Francisco: l’enorme dinosauro alimentato a testate nucleari, nascosto nella profondità degli abissi si è risvegliato e a combatterlo per salvare il mondo c’è il figlio di Joe, specialista nelle armi a lunga gittata (Aaron Taylor-Johnson).
“‘Godzilla è il caposaldo dei film sui mostri”, ha affermato Gareth Edwards. Il giovane regista è cresciuto guardando film giapponesi sui mostri, prima di scoprire su DVD il capolavoro del 1954 di Honda ed è rimasto affascinato dal suo crudo sotto testo allegorico e dalla sua modernità.
“Se si andasse a domandare in giro per il mondo del profilo di un dinosauro gigantesco che incombe su una città, tutti saprebbero di chi si tratta, non importa se abbiano visto il film di Godzilla o meno. Ma quello di cui molta gente non si rende conto sul film originale giapponese di Godzilla, è che si tratta di un film molto serio. Credo che questo sia il motivo per cui si sia così affermato nella cultura giapponese, perché non è soltanto un grande film di mostri, ma anche molto catartico per lo spettatore vedere quelle immagini portate in vita sul grande schermo in modo così viscerale e reale”.
Con questo spirito, Edwards ha deciso di popolare il film con attori che dessero un livello interpretativo in grado di dare un senso di verità alla straordinaria avventura dei personaggi. “In un film come questo, puoi giocarti un solo jolly, che è il fatto che nel mondo esistono mostri giganti”, ha detto Edwards. “Il resto deve essere il più credibile possibile, che è una delle ragioni che mi fa sentire incredibilmente fortunato di avere un cast del genere. Sono stati capaci di intendere il copione, portarlo in vita e creare una realtà emotiva che aiuta a farci credere in tutto il resto”.
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