“Ho imparato tantissimo dalla prima pellicola” - continua Andrew Garfield - “Nel primo film praticamente non ho mai dormito per tutta la durata delle riprese, ero schiacciato dalla responsabilità di interpretare Spiderman e di rispettare alla lettera l'idea del personaggio immaginata da Stan Lee. C'erano giornate in cui avevo l'impressione di non riuscire ad arrivare dove volevo nell'interpretazione, sia che si trattasse di una caratterizzazione emotiva sia che fosse qualcosa di più fisico. Mi sentivo semplicemente in burn-out. Questa volta invece ho provato a partire come fossi un atleta prima delle gare, prendendomi tutto il riposo necessario fra una performance e l'altra in modo da potermi dedicare anima e corpo al personaggio una volta sul set. Fortunatamente sceneggiatori, produttori e regista hanno scelto, per questo nuovo capitolo, di non far pesare tutto sulle spalle di Peter ma di creare qualcosa di più coreografico fra tutti i personaggi, splendidamente caratterizzati, creando alla fine un ensemble spettacolare sia sul set sia fuori in grado di tirar fuori il meglio da ognuno di noi.” “C'è, in questo nuovo capitolo, un livello di virtuosità nelle abilità fisiche di Spiderman” - aggiunge Marc Webb - “veramente divertente, il supereroe è maturato e noi ci siamo divertiti tantissimo a giocare con quanto poteva effettivamente mettere in campo. C'è una base di giocosità e divertimento in questo film che mancava assolutamente nel primo. C'erano si indizi e passi leggeri in questa direzione ma mancava il divertimento vero e proprio. Il divertimento è cruciale e senza le obbligazioni della prima pellicola, decisamente più dark rispetto a questa, abbiamo lavorato per renderlo ben manifesto. Fra le cose più importanti che abbiamo fatto c'è stato seguire il suggerimento di Andrew per creare sequenze elaborate ma allo stesso tempo semplici ed eleganti in cui Peter Parker/Spiderman appunto si divertiva nel suo ruolo di Supereroe in costume. La commedia espressa con fisicità è una sorta di arte perduta dei primi anni del cinema ed io assieme ad Andy Armstrong e Cal ci siamo dovuti buttare a corpo morto nei vecchi film di Buster Keaton, Charlie Chaplin ed Harold Lloyd per riuscire a capirne i fondamentali. Volevamo riuscire a riportare un po' di quella magia sul grande schermo e nonostante le scene di questo tipo fossero difficile e molto esigenti anche dal punto di vista di Andrew non abbiamo lasciato perdere ottenendo alla fine un ottimo risultato, almeno dal mio punto di vista.” Emma Stone, che ritorna nei panni di Gwen Stacy, il primo e per adesso unico amore del tessiragnatele ci dà invece solo qualche breve indizio su cosa aspettarci dal suo personaggio in questo arco narrativo. Sebbene Peter avesse promesso al padre morente di Gwen, che per proteggerla le sarebbe stato lontano, è chiaro invece che i due hanno un legame sentimentale più solido di qualsiasi promessa: in poche parole, lei è la sua metà, sul piano intellettivo, caratteriale ed emotivo. “Doveva essere un periodo meraviglioso della vita di Gwen – ha ottenuto il massimo dei voti, sta per entrare alla Columbia, e ha ricevuto un'offerta per andare ad Oxford - ma tra tutto ciò, ha a che fare con la perdita del padre, e cerca di trovare la strada giusta con questo ragazzo, chiaramente molto complicato” - dice la Stone. “Sono molto felice che il pubblico segua con affetto la storia di Gwen - è un ruolo intenso ed emozionante da interpretare.”
Passiamo adesso dalla protagonista femminile al villain centrale del film, interpretato dall'attore premio Oscar Jamie Foxx, decisamente in forma dopo Django Unchained di Quentin Tarantino. Interpretare Electro è stata,per Jamie, un'esperienza coinvolgente da quando è salito sul set: “È un’emozione enorme lavorare in un film di Spiderman, come d’altronde ogni volta che lo vedo menzionato. Ricordo il primo momento in cui ho messo piede sul set e ho visto Andrew con la tuta. Per me è stato un momento storico. Stiamo facendo qualcosa che la gente ama davvero. Fa parte della nostra società, è parte della nostra cultura. Questo è stato molto significativo per me, ed è stata una responsabilità che ho preso seriamente – incarnando Electro, volevo dimostrare d’essere un avversario formidabile. Volevo coinvolgere pienamente il pubblico in questo film.”
“I ‘Cattivi’ della Marvel sono spesso vittime delle circostanze. Reagiscono ai loro problemi ed al loro dolore, facendo cose sbagliate, di conseguenza diventano cattivi" - spiega Avi Arad, produttore del film. - “Anche se come tutti, hanno i loro problemi quotidiani, a differenza di Spiderman, non sanno distinguere il bene dal male. Electro ne è un ottimo esempio. Max Dillon è un uomo che è stato ignorato per tutta la vita, e adesso cerca riconoscimento, a tutti i costi. Per quanto a Spiderman sarebbe piaciuto aiutarlo, Electro il cattivo, costringe invece Spiderman a fermarlo.”
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