Due parti distinte del film quindi, una più leggera e travolgente l'altra più cupa e tragica, aspetteranno sul grande schermo il pubblico di Spiderman 2. Un background più curato sarà messo in gioco e si pescherà a piene mani dall'universo Ultimate per costruire una storia di contorno in cui saranno fondamentali i genitori di Peter Parker. Un punto focale della storia, a detta sia del regista che degli attori, sarà comunque il rapporto difficile fra Gwen e Peter gestito in modo da non annoiare il pubblico ma da creare quella tensione narrativa e quella suspense che dovrebbero condurre ad un sorprendente climax. Sia che la fine di Gwen ricalchi quella nel fumetto sia che Webb ci sorprenda con qualcosa di completamente nuovo, il personaggio interpretato da Emma Stone non sarà certamente improntato su quello originale ma anche stavolta, molto probabilmente, sulla sua controparte Ultimate, indipendente, con forte carattere e tutto la grinta necessaria per tener testa a Spiderman. Ci dovremo aspettare inoltre una grande prova di recitazione da DeHaan perché uno dei momenti salienti del film, ricalcherà, almeno nella struttura, quanto era accaduto al Norman Osborn di Sam Raimi nel lontano 2002. Il giovane attore avrà quindi di fronte non solo i fumetti e il fantasma di Willem Dafoe ma anche scene analoghe in cui sfidare gli illustri avversari. Una menzione merita infine Paul Giamatti, navigato e capace attore hollywoodiano, chiamato a rivestire il ruolo di Rhino, un altro dei villain ricorrenti in Spiderman. Picchiatore al soldo sia della mafia russa che del miglior offerente, Aleksei Sytsevich appare, sulle tavole della Marvel, come avversario sia di Spidey che di Hulk, in grado di rivaleggiare col gigante di giada in quanto a livello di forza ma purtroppo dotato di un intelletto non troppo sviluppato. Solo recentemente Rhino ha potuto avvalersi di alcuni sceneggiatori in grado di far emergere lo spessore e le potenzialità di un personaggio semplice ma allo stesso tempo controverso, legato per sempre, quasi fosse una maledizione, alla pelle indistruttibile che lo rendo speciale. Vista la scrittura di Giamatti per la parte, si potrebbe intendere che sia nelle intenzioni di Webb il recupero proprio di queste sfaccettature di Rhino piuttosto della sua versione semplicemente distruttiva. Nell'intenzione di Marc Webb quindi ci dovrebbe essere, fidandosi delle sue stesse parole, il progetto di portare sul grande schermo un suo percorso narrativo, un suo sentiero che attinge sia dai fumetti quanto da ogni aspetto di Spiderman portato alla luce in altri media, compreso lo stesso cinema, per generare una struttura in cui questi due film non sono altro che i tasselli iniziali. Un progetto ambizioso, a detta dello stesso regista, in grado magari di regalare ai lettori del tessiragnatele nuove emozioni ma allo stesso tempo in grado di alienarne le simpatie producendo l'ennesima interpretazione di una figura già di per se stessa poliedrica. Nel caso però questo Spiderman dovesse, come la sua già citata controparte Ultimate a cui assomiglia sempre di più, trovare la sua dipartita sul grande schermo, in un qualsiasi momento del percorso narrativo di Webb, per venir sostituito dal mezzo portoricano e mezzo afroamericano Miles Morales, Marc Webb avrebbe per sempre la mia incondizionata ammirazione.
Spiderman: secondo capitolo, molti effetti e poco Amazing
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