Se torniamo al discorso iniziale con il rifiuto da parte dell'umanesimo liberale di Star Trek dell'identità divisa e multipla proposta dalla cultura post-moderna e il primato invece dell'identità maschile e della fratellanza maschile dell'Enterprise, dove non hanno posto le donne, soprattutto quelle abili e forti, nel film del 1996 ci troviamo di fronte due blocchi: il primo è quello maschile dell'Enterprise e della Federazione, l'altro è quello femminile tecnologico e disumanizzante della Regina Borg. Nel film la fratellanza maschile degli ufficiali, in pratica un all boys' club degli ufficiali di comando dell'Enterprise sembra temporaneamente compromessa dai poteri di seduzione e di manipolazione della Regina Borg, finché Data non rivela il suo doppio gioco e riesce a distruggere la Regina bruciandola come una strega sul rogo. Il tocco finale è lasciato a Picard quando le spezza la spina dorsale che tanto ci aveva affascinato all'inizio del film con i suoi movimenti sinuosi. Questa scena finale in cui la seduttrice tecnologica viene annientata è significativa perché vi vediamo la vittoria dell'identità unitaria tradizionale e conservatrice dell'uomo bianco sull'identità multipla, frammentaria e fluida della nuova tecnologia identificata con il mostruoso femminile. Si tratta di due visioni tecnologiche opposte, una alquanto retrograda, l'altra troppo veloce da riuscire a capire. La tecnologia della Federazione è certamente molto sviluppata, astronavi, siluri fotonici, phaser, tricorder medici ecc., ma si tratta di una tecnologia lenta, statica, quasi burocratica, per usarla bisogna fare riunioni, pianificare, controllare, mentre la tecnologia Borg è disincarnata, non è relegata a una sola macchina o drone, è leggera fluida, adattabile e veloce, ma è una tecnologia disumanizzante guidata da una Regina dominata da forti desideri sessuali e dall'impulso maniacale ad assimilare l'intero universo. Sia la Regina che la sua tecnologia sono una minaccia troppo grande per la Federazione e la sua tecnologia lenta, quindi vanno entrambi distrutti.Alla fine del film il contrasto tra umano/maschile/organico e artificiale/femminile/tecnologico viene risolto nella distruzione della parte femminile.Il femminile tecnologico però ha la tendenza ad uscire dalla porta ma a rientrare dalla finestra. Nella serie TV Voyager a partire dalla quarta stagione avviene l'entrata in scena di un nuovo personaggio, Sette di Nove, un drone Borg che è costretto dalle circostanze a rimanere a bordo della Voyager e che in seguito viene deborghizzato dal Dottore olografico che scavando sotto il carapace degli impianti Borg riesce a trovare una donna. Perché è stata scelta una bellissima donna bionda e giovane? Prima di tutto per ovvi motivi di marketing, il corpo di una bella donna vende sempre e in quel momento Voyager aveva bisogno di alzare l'audience.
In secondo luogo l'idea di una giovane donna bionda liberata dalla sua prigionia Borg fa scattare molti campanelli d'allarme in campo culturale, soprattutto nel campo della cultura nord-americana dove una delle prime storie autoctone del periodo pre-indipendenza è appunto quella della ragazza bionda rapita dai «selvaggi» che una volta salvata racconta come sia riuscita a resistere alla prigionia grazie alla rettitudine morale e alla fede nel signore. Il best-seller dell'epoca, pubblicato nel 1682, è appunto The Narrative of the Captivity and the Restoration of Mrs Mary Rowlandson, che oltre alla narrazione autobiografica degli eventi comprende anche dei passaggi di educazione morale del lettore dal punto di vista del Puritanesimo.
Nel 1956 il famoso film western Sentieri Selvaggi (The Searchers) con John Wayne segue le disavventure del Duca durate dieci anni per recuperare una nipote rapita dagli indiani. Vediamo l'odio del protagonista per gli indiani e per tutto il film non sappiamo se una volta trovata la ucciderà o la abbraccerà. Non tutte le storie di rapimento si risolvono bene, ma non quando è coinvolto il Duca naturalmente.
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