La morte per overdose di Philip Seymour Hoffman ha sicuramente lasciato parecchi vuoti nel mondo del cinema. Dopo un Oscar per A sangue freddo e numerose altre titaniche interpretazioni, l'attore newyorchese si era appena affacciato al mondo della fantascienza interpretando il personaggio del gamemaker Plutarch Heavensbee in Hunger Games - La ragazza di fuoco, secondo capitolo dalla trilogia tratta dai romanzi di Suzanne Collins. Un personaggio importante nei libri, un quasi mentore della protagonista Jennifer Lawrence, e che si ripresenterà e amplierà nel terzo e conclusivo film della saga, Hunger Games - Il canto della rivolta, film suddiviso in due parti di cui la prima è prevista in uscita per la fine del 2014.
Il fatto è che l'attore aveva praticamente terminato di girare le scene relative alla prima parte del film, ma non aveva ancora completato quelle relative alla seconda parte, tuttora in fase di riprese e il cui arrivo nelle sale è invece stimato per la fine del 2015. Lionsgate, che produce e distribuisce il film, si trova ora di fronte a due alternative: cambiare la sceneggiatura per ovviare all'assenza di Hoffman, oppure, e sembra sia questa la scelta verso cui propende, utilizzare il materiale già girato e costruire le scene mancanti in computer grafica. A dirlo al sito The Hollywood Reporter è una fonte anonima proveniente dall'interno della major, e considerata attendibile: "Siamo straordinariamente tristi, ma riguardo alla produzione non dovrebbero esserci impatti. Ovviamente ci sarà da lavorare, ma l'aspetto creativo complessivo sarà mantenuto. Le sue performance (di Hoffman) in entrambi i film saranno rese al massimo, e pensiamo che questo sia il miglior tributo che gli si possa offrire".
Ha continuato poi questa fonte: "Ci sono piani per completare le scene in modo non troppo complicato. Si possono fare un sacco di cose con il digitale, ad esempio costruire delle conversazioni in cui centrare il focus non su di lui ma sulle persone che gli stanno intorno". L'unica eccezione sembra essere il finale del film, molto ampio e spettacolare, per il quale comunque si renderebbe necessaria una riscrittura della sceneggiatura. Lo sostiene anche Rob Legato, grande esperto di effetti digitali (dalle serie di Star Trek ad Apollo 13, Avatar e Hugo Cabret), interpellato sempre da THR: "Di questi tempi si può usare la tecnologia per far somigliare qualcuno a qualcun altro in modo molto più semplice. Non dico che si possa ricostruire un Philip Seymour Hoffman in tutta la sua interezza e capacità, ma lo si può certamente replicare per uno o due ciak". Legato si spinge a ipotizzare la possibilità che in futuro agli attori venga richiesto, prima dell'inizio delle riprese, di registrare digitalmente una serie di espressioni facciali; giusto perché non si sa mai...
Insomma, si tratta più o meno la stessa operazione che venne fatta nel 1994 per Brandon Lee, morto in un incidente durante le riprese di Il Corvo, con la differenza di vent'anni di progresso tecnologico che in campo informatico equivale a un'era geologica. Ed è lo stesso problema che si troverà ad affrontare Universal in seguito alla morte di Paul Walker che ha interrotto le riprese di Fast & Furious 7. Mentre si va sempre di più verso un'era di attori digitali e simulati, e non è detto che sia sempre la soluzione migliore, viene da pensare a come Terry Gilliam rese omaggio alla morte di Heath Ledger durante le riprese di Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo: facendo interpretare il personaggio, per le scene mancanti, ad altri attori (Colin Farrell, Jude Law e Johnny Depp). Oltre che una trovata narrativa originale, un modo per lasciare al cinema e ai suoi interpreti quella magia che da sempre attira il pubblico.
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