Sono scenari a cui gli appassionati di fantascienza, e di space opera in particolare, sono piuttosto abituati, ma presto si vedranno anche nel mondo reale. Lockheed ha annunciato di aver condotto con successo esperimenti con un dispositivo in grado di generare e "sparare" un raggio laser da 30 kilowatt. Si avvicina il giorno in cui vedremo tale tecnologia applicata in ambito militare. Il test è solo l'ultimo di una serie che vede vari soggetti in corsa, fra cui la Boeing.
Il laser della Lockheed combina una serie di sorgenti a lunghezza d'onda leggermente diversa ed è in grado di mantenere la qualità del raggio sulla distanza, consumando la metà dell'energia elettrica di laser convenzionali, il che è fondamentale per raffreddare efficacemente il sistema di base e contenere le sue dimensioni.
"I progressi nelle componenti, combinati alla qualità e all'innovazione introdotte dalla nostra tecnologia per la combinazione dei raggi, ci consentono per la prima volta di concepire dispositivi leggeri e resistenti utilizzabili su mezzi militari quali aerei, elicotteri, navi e camion," ha dichiarato il CEO di Lockeed Ray Johnson. "La differenza rispetto agli esperimenti condotti in precedenza è tutta qui: le soluzioni ad oggi erano limitate dalle inefficienze nella creazione del laser."
Lockheed ha compiuto un passo avanti decisivo già nel 2008 con l'acquisizione di Aculight, azienda specializzata nell'applicazione delle tecnologie laser dall'ambito medico a quello militare. Una mossa che ha portato, nel corso del 2013, alla nascita di ADAM, un dispositivo laser da 10 kilowatt da impiegare a scopo anti-aereo e anti-missilistico, in grado di distruggere obiettivi fino a un miglio di distanza, come si vede nel video riportato sotto. Il tutto avviene nell'ambito del programma RELI (Robust Electric Laser Initiative), finanziato dal governo statunitense. Ma 10 o 30 kilowatt non bastano. Per questo Lockheed sta già lavorando su un modulo laser da 60 kilowatt da montare su camion, un progetto che frutterà – da solo – un contratto del valore di ben oltre venti milioni di dollari in tre anni. Insomma, la torta è grossa e fa gola, anche perché si legge che presto entrerà nella partita anche la marina militare statunitense, che andrebbe ad aggiungersi alla US Army e alla US Air Force.
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