Infine, c’è anche la collana Tecnomante che propone un universo narrativo creato da Valentino Peyrano. Di cosa si tratta in questo caso? 

Valentino è un ottimo scrittore rimasto per molti anni inattivo e che ora finalmente è tornato a scrivere. Ha mandato al Premio Robot dell’anno scorso il racconto Il castello e il viandante che introduceva un’ambientazione affascinante - un mondo post-catastrofico nel quale l’umanità sopravvive rinchiusa in piccoli castelli, dai quali non può allontarsi perché la notte sciamano nel territorio orde di mostri feroci – che per la mia esperienza rappresenta un curioso ibrido tra Jack Vance, i romanzi di zombie e le storie postapocalittiche come L’uomo del giorno dopo o Mad Max. Ma il racconto sembrava più un inizio che una storia compiuta, così l’ho incoraggiato a continuare. Peyrano si è messo al lavoro e in qualche mese ha tirato fuori otto episodi, che costituiscono la prima stagione, che è già uscita quasi tutta. Ora sta scrivendo la seconda stagione. La storia è narrata con formule diverse di volta in volta: a volte come diario del protagonista, a volte come racconto delle persone con cui viene a contatto. Il fascino delle diverse ambientazioni che cattura all’inizio viene piano piano sostituito dalla presa della trama che cattura il lettore. Vuoi sapere cosa succede, come mai accadono certi avvenimenti, e non riesci a smettere di leggere… 

Quali altre serie possono interessare a un lettore di fantascienza? 

Sta riscuotendo grande successo Chew-9, una versione rivista di un serial di racconti scritto da Franco Forte nell’epoca in cui scriveva fantascienza e non era ancora diventato uno scrittore di grande successo (facciamo finta che le due cose non siano collegate da una causalità, per amor di patria…). C’è un’influenza dickiana, ma si tratta di storie in parte proto-cyberpunk e in parte spaziali. A febbraio invece usciranno gli splendidi racconti di Enrica Zunic’, una scrittrice di grande qualità anche se ahimè scrive troppo poco. Alla fantascienza si può ascrivere anche la serie del Circolo dell’Arca di Roberto Guarnieri, una serie Steampunk con temi alla “Indiana Jones”, molto divertente e molto accattivante, una lettura davvero piacevole ambientata ovviamente in un’era vittoriana un po’ più tecnologica di quella ricordata dalla storia. 

Tra le iniziative della Delos Digital non strettamente fantascientifiche, quali sono a tuo giudizio quelle che possono interessare i lettori di Delos? 

Abbiamo ben cinque serial fantasy all’interno della supercollana Fantasy Tales curata da Andrea Franco che stanno riscuotendo molto interesse. Per gli amanti dell’avventura e dello spionaggio da non perdere Sex Force, una serie curata (e in gran parte scritta) da un grande maestro del genere, Stefano Di Marino.Abbiamo una serie horror che pubblica autori internazionali d’alto livello, Halloween Nights; e nel giallo abbiamo Serial Killer - biografie romanzate di veri serial killer - Sherlockiana dedicata ovviamente all’investigatore di Conan Doyle e curata dall’espertissimo Luigi Pachì e infine Arsenio Lupin, che ripropone i racconti classici di Maurice Leblanc, veri gioiellini da tutti i punti di vista.All’elenco mancano solo la serie romance Passioni romantiche e quella erotica Senza sfumature; e una dedicata stavolta ai saggi, Technovisions.  

In meno di quattro mesi abbiamo pubblicato già oltre cento ebook. Stiamo costruendo un catalogo coi fiocchi in cui ognuno può trovare molte letture appassionanti. C’è ancora molta strada da fare, ma, credo, sta davvero venendo fuori qualcosa di molto interessante.