Nel campo del fantastico ci sono autori i cui percorsi letterari sono intricati e contorti.

Horror, fantasy e fantascienza sono considerati territori da esplorare, a volte contaminando i diversi generi, spesso con risultati eccellenti.

Henry Kuttner è un buon esempio di questa eclettica categoria: lo scrittore californiano è partito come scrittore horror, pesantemente influenzato dalle opere e dai consigli di H. P. Lovecraft, ma poi non ha badato più di tanto ai confini.

I suoi primi racconti furono pubblicati su Weird Tales, quanto fossero validi lo testimonia che ben tre di essi sono stati raccolti nell'antologia The Cthulhu Mythos Megapack, edita da Wildside Press.

Questo corposo volume (reperibile anche in versione elettronica) vede Kuttner a fianco dei maestri del genere, oltre ovviamente a Lovecraft (7 opere) troviamo Clark Ashton Smith (5 opere), Frank Belknap Long (2 opere), Robert E. Howard (2 opere), e numerosi altri autori.

Quanto al fantasy possiamo ricordare il ciclo di quattro romanzi dedicato a Elak di Atlantide, e soprattutto Il mondo oscuro (The Dark World, 1946), opera che influenzò la serie di Ambra, creata da Roger Zelany.

Di poco inferiore il suo apporto al settore del thriller, diversi suoi romanzi sono stati pubblicati, anche recentemente, su I gialli Mondadori.

E' però nella fantascienza che Kuttner si è espresso al meglio, da solo o in collaborazione con la moglie, Catherine Lucille Moore, con la quale ha formato una delle coppie letterie più fortunate e feconde.

Per anni i lettori di Astouding Science Fiction ignorarono che dietro il tanto ammirato Lewis Padgett si nascondessero due autori altrettanto ammirati, che insieme davano vita a qualcosa di superiore alla somma delle parti.

Il romanzo più celebre scritto da Kuttner è fantascientifico, si tratta di Furia (Fury, 1947), pubblicato da Urania Collezione sul numero 92; ora è la volta di un altro romanzo dedicato a un tema classico della fantascienza, quello degli universi paralleli.

Una piccola nota sulla quarta di copertina di questo Il pozzo dei mondi, come tutte le quarte che si rispettono mente, a voi il piacere di scoprire quale errore vi si annida.

La quarta di copertina

Klay Ford è un eccentrico milionario e i suoi racconti su spettri che appaiono e scompaiono in una comunissima miniera d’uranio possono anche non essere creduti. Ma quando Clifford Sawyer comincia a indagare, si rende conto che nel mistero c’è qualcosa di veramente insolito. E la scoperta finale è traumatica: un sottilissimo diaframma separa la Terra dai “mondi accanto”. Sawyer, travolto dalle circostanze, attraverserà la soglia per scoprire un universo di isole che galleggiano nello spazio, dove è in corso una lotta di proporzioni colossali. Perduto in una dimensione che non gli appartiene, Sawyer si rende conto che la chiave dell’enigma è il misterioso Pozzo dei Mondi, e che dal suo segreto dipendono le sorti del grande conflitto.

L'autore

HENRY KUTTNER Nato nel 1915 e scomparso nel 1958, è stato il più grande degli autori di sf della generazione “di mezzo”, quella che segue immediatamente i maestri dell’età d’oro e prepara la fantascienza del dopoguerra. Tra i suoi capolavori ricordiamo Furia (Fury, 1947), le raccolte di racconti I robot non hanno la coda (Robots Have No Tails, 1952), Il twonky, il tempo e la follia (Ahead of Time, 1953) e i romanzi La trappola del tempo (Time Trap, 1940), L’altra realtà (The Far Reality, 1946, in collaborazione con la moglie C.L.Moore) e Il pozzo dei mondi (The Well of the Worlds, 1952). Inoltre è stato un prolifico autore di polizieschi, anche con lo pseudonimo Lewis Padgett.

Henry Kuttner, Il pozzo dei mondi (The Well of the Worlds, 1952), traduzione Sergio Perrone, Mondadori, collana Urania Collezione 132, pagg. 208, euro 5,90