Godaizer è un robot ormai in pensione, la cui cura è affidata al suo anziano e disincantato pilota. Ma quando un esperimento scientifico finisce male e dai laboratori viene liberato un mostro gigantesco, il vecchio robottone deve tornare in azione per scongiurare la minaccia. E sarà il figlio del pilota a prendere le sue redini. Insomma, la più classica delle trame da cartone giapponese. Godaizer in effetti non si segnala per grande originalità, ma è da leggere più come ulteriore testimonianza delle possibilità creative in mano al singolo.
Il corto è stato realizzato ormai qualche anno fa da una sola persona, un (allora) studente di Singapore chiamato Hillary Yeo, ed è andato a vincere il Digicon Singapore nel 2011, fruttando poi al suo creatore una collaborazione con la sede locale della Lucasfilm. Nel suo curriculum figurano lavori per Il signore degli anelli - Le due torri, Il signore degli anelli - Il ritorno del re, King Kong e il videogioco Killzone: Liberation.
Il pezzo forte del corto è in effetti il comparto visivo, sebbene la trama e soprattutto le atmosfere sono realizzate a loro volta con un certo gusto un po’ retrò. Anche la totale assenza di dialoghi, per quanto forse dettata più dalla mancanza di fondi che da una precisa scelta, finisce per attribuire al lavoro un tono vagamente poetico.
In ogni caso, il lavoro è stato senza dubbio apprezzato in patria, visto che Yeo è poi diventato professore di arti visive in un college locale. Purtroppo, a differenza di altre storie segnalate in passato in cui il talento ha portato alla creazione di progetti più ambiziosi, in questo caso non c'è traccia di sviluppi né di Godaizer né del percorso artistico di Yeo.
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