Prosegue la vicenda travagliata di Snowpiercer. Ne avevamo parlato poco tempo fa: il regista Bong Joon-Ho aveva raccontato in un'intervista la diatriba in corso tra la produzione coreana e la distribuzione americana, nello specifico i fratelli Weinstein, i quali richiedevano insistentemente di tagliare venticinque minuti di film, sui 119 totali (più 6 di titoli di coda).
Nel frattempo il film andava incontro a un enorme successo nella Corea del Sud e in Francia, dove al critica lo esaltava come un gioiello cinematografico. Snowpiercer proseguiva poi la sua strada lastricata d'oro vincendo il premio come miglior film, miglior regia e miglior fotografia al festival del cinema sud-coreano e quello per la migliore scenografia nel 56° Asia-Pacific Film Festival e a questo si aggiunga l'incasso di 65 milioni di dollari solo in patria, contro un budget di soli 39 milioni.
Eppure nessuna buona nuova sul fronte Weinstein, i quali detengono i diritti per la distribuzione non solo per gli Stati Uniti, ma per una buona parte del resto del mondo. E soprattutto, hanno il potere da contratto di scegliere il montaggio definitivo.
Per mesi i media americani hanno criticato i due per la loro imposizione di un taglio più corto di venticinque minuti e anche l'aggiunta del voice over, ovvero la voce fuori campo, e la lotta tra Joon-Ho e la major ha fatto il giro del mondo prima che il film vedesse la luce nelle sale.
Tony Rayns, giornalista del sito BFI, ha poi raccontato in prima persona lo strapotere dei due fratelli: sia al festival del cinema di Toronto che a quello di Locarno, Harvey Weinstein ha espressamente vietato la visione del director's cut inviato dalla casa di produzione coreana JC Entertainment, citando il fatto che non esisteva ancora l'approvazione per il montaggio definitivo.
Ma cosa vogliono eliminare dal film? Secondo Rayns, che ha avuto modo di vedere la versione originale in quel di Seul, i due produttori vogliono eliminare tutto l'approfondimento psicologico dei personaggi, per far diventare il film un classico action-thriller. In più vogliono una voce fuori campo per spiegare meglio la storia, e avrebbero anche contattato Neil Gaiman per scrivere il nuovo materiale.
La situazione è lontana dall'essere risolta visto che entrambe le fazioni si combattono a colpi di avvocati, ma sembra essersi creata una crepa nel muro Weinstein, visto che il festival del film di Berlino ha tutte le intenzioni di proiettare il film in versione originale.
Riusciremo a vedere il film così come era stato concepito dal suo autore o vinceranno le regole di mercato più commerciali? In attesa della risposta, eccovi il trailer internazionale.
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