(6 – Nodi)Dopo aver revisionato il testo a tempo di record con i miei lettori di fiducia, mandai il racconto a Valerio Evangelisti, pensando di proporlo a Carmilla per commemorare il trentesimo anniversario della strage di Bologna. Al Magister il racconto piacque. Lo pubblicò il 1° agosto, nemmeno un mese dacché tutto era cominciato: http://www.carmillaonline.com/2010/08/01/cenere-alla-cenere/#003570. Purtroppo, per via di un disguido tecnico, apparve senza i link a tutto il lavoro di documentazione disponibile in rete, come mi sarebbe piaciuto.

La scorsa estate Silvio Sosio ha accettato di ripubblicare Cenere alla cenere, che così è approdato su carta nel numero 69 di Robot. In qualche modo è un cerchio che si chiude. Dal 1977 al 2013, abbracciando simmetricamente l’intervallo cruciale del trentennio 1980-2010.

Sono solito scrivere e riscrivere senza sosta le mie cose, anche dopo che siano state già pubblicate. Se mi capita di aprire un file con un racconto o articolo o anche romanzo, nove volte su dieci mi capita di modificarlo. Non resisto all’impulso. Per scrivere questo articolo ho dovuto tornare sulla scena del delitto per riannodare i fili dei ricordi. Non mi ha sorpreso trovare il file del racconto ancora salvato nella versione del 2 agosto 2010. Da allora, pur avendolo riaperto diverse volte, non ho più modificato nemmeno una virgola.

(7 – Persistenza)

Cenere alla cenere forse è un esperimento unico di scrittura collettiva e il merito è di tutti quelli che ci hanno lavorato con me. Ho voluto cogliere il pretesto di questo articolo per esprimere ancora una volta la mia gratitudine nei loro confronti.

La molteplicità dei punti di vista ha reso questa storia degna di essere raccontata. D’altro canto, la molteplicità dei punti di vista è sempre l’arma migliore da opporre alle insidie dell’oblio. Come altri presupposti del vivere insieme, la memoria non può prescindere da uno sforzo condiviso.