"Il mio nuovo romanzo, Shaman, è ambientato nell'Era Glaciale. Il Paleolitico mi ha sempre interessato e questo perché si lega alla domanda: Che cosa siamo? Quando hanno scoperto quella mummia nel ghiacciaio ai confini tra Austria e Italia [la mummia del Similaun] era rimasta congelata con tutte le sue cose. Mi aveva colpito il fatto che il suo equipaggiamento non fosse poi così diverso da quello che potevo avere io nel mio zaino, con la differenza che il suo era fatto di paglia e cuoio. Ho capito che gli abitanti dell'Era Glaciale erano molto tecnologici, ma che la loro tecnologia si era disintegrata col tempo lasciandoci solo qualche sasso. 50.000 anni fa gli uomini possedevano una certa tecnologia e stavano bene. La loro medicina non era particolarmente efficace, forse. Ma per certi versi non lo è neppure la nostra. Quindi erano proprio come noi. E allora ho pensato di scrivere un romanzo che non sarebbe stato differente da quelle storie di fantascienza dove le persone devono sopravvivere con quello che hanno in un pianeta ricoperto dal ghiaccio."
Questa la parte dell'intervista apparsa su Locus di un paio di mesi fa in cui Kim Stanley Robinson presenta il suo nuovo romanzo, intitolato Shaman, uscito recentemente negli Stati Uniti.
Come in tutte le sue opere precedenti c'è una estrema attenzione al dettaglio e una costruzione solida, anche se lenta e pensata, che accompagna il lettore nello sviluppo dei personaggi e delle vicende che li riguardano. In questo caso, ancor di più che nei suoi romanzi precedenti, il protagonista cresce in tutti i sensi, dato che al centro della narrazione c'è un giovane apprendista sciamano che abbandona l'adolesecnza per passare al mondo degli adulti.
Si tratta di un lavoro di "speculative fiction", ambientata in un passato che non per forza deve essere perfettamente quello storico in ogni punto, ma che condivide con i suoi romanzi di fantascienza planetaria come Red Mars (seguito da Green Mars e Blue Mars) o 2312 e con quelli di storia alternativa come The Years of Rice and Salt o Galileo's Dream grande capacità di costruire mondi complessi e completi, offrendo una grande soddisfazione di lettura.
Quello che ci offre Robinson con Shaman è appunto un viaggio nel passato per osservare una Terra del passato così differente da quella che conosciamo, ma con gli stessi meccanismi umani e naturali. E lo facciamo proprio attraverso gli occhi del giovane apprendista e utilizzando le sue emozioni e sensazioni di essere umano che cresce.
E proprio attraverso quegli occhi entriamo in contatto anche con i Neanderthal (spesso utilizzati in fantascienza come ulteriore elemento estraneo). Shaman rimane comunque non un romanzo di fantascienza, se si escludono alcuni passaggi tecnologici che non hanno certezze archeologiche, ma che ha molte caratteristiche narrative che di solito piacciono agli amanti della fantascienza.
"Credo di aver finito con il romanzo diviso in lunghe trilogie. Mi basta, e mi diverto di più, con il romanzo singolo."
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