Nella collana Stile Libero Big Einaudi ha recentemente pubblicato un lavoro dello scrittore americano Colson Whitehead, esponente del nuovo romanzo americano. In Zona Uno (Zone One, 2011) l'autore si cimenta con il genere fantascientifico/horror e ci narra la storia di una pandemia che in un prossimo, ma non specificato, futuro colpisce in maniera repentina il nostro pianeta. Whitehead non specifica come o da dove provenga il virus. Sappiamo solo che la malattia ha colpito molte persone. Sono rimasti esseri umani, zombie chiamati comunemente "skel" per il loro aspetto scheletrico, e i "ritardatari".

Chi si è trasformato in zombie è in pratica un morto vivente con un unico scopo: mordere e mangiare una persona viva. Vengono attirati dal rumore, ma non sanno fare altro, se la trasformazione è avvenuta all'interno di una stanza o di un locale chiuso, non sanno neanche aprire le porte. Sono ovviamente pericolosissimi. Altre persone non hanno subito la trasformazione in zombie ma sono conosciuti come "ritardatari". Sono in stato catatonico. Si sono trasformati quasi in statue, restano immobili nell'atto che stavano compiendo quando furono colpiti dal virus.

Nel romanzo seguiremo per tre giorni l'attività del protagonista conosciuto con il soprannome di Mark Spitz. Mark è un sopravvissuto al virus. Dopo molte avventure a traversie che racconta con flashback, mentre svolge la sua attività di "spazzino".

Gli Stati Uniti vogliono risorgere. Si è formato un governo, con sede a Buffalo, che ha fatto intervenire la parte "sana" dell'esercito e dei marines che hanno provveduto a effettuare una "grande" pulizia della città di New York. Squadre di spazzini composte da tre/quattro persone eseguono una pulizia più accurata, palazzo per palazzo, casa per casa dove si possono avere brutte sorprese.

Degli Zombie possono essere rimasti chiusi in qualche stanza di una casa o in qualche ufficio di una ditta. Ogni volta che Mark apre una porta potrebbe essere assalito da uno o più morti viventi. Per sua fortuna indossa una tuta resistentissima ed è armato. Gli zombie e i ritardatari vengono uccisi immediatamente, chiusi in sacchi e lasciati per la strada dove successivamente passano camion che li porteranno in un forno crematorio.

Il lavoro di Mark è triste. Come è triste il mondo in cui vive. Il romanzo mette l'uomo medio americano al centro di una catastrofe e ne analizza le reazioni.

L'autore

Colson Whitehead è considerato, insieme a Dave Eggers, Nathan Englander e Jonathan Safran Foer, uno degli esponenti di punta del nuovo romanzo americano. In italiano sono stati pubblicati L'intuizionista, Il colosso di New York, Sag Harbor, Apex nasconde il dolore (Mondadori) e John Henry Festival (minimum fax).

La quarta di copertina

Una pandemia ha devastato il pianeta, lasciando l’umanità divisa in due categorie: i sani e gli infetti, i vivi e i morti viventi. Gli americani sono impegnati a restaurare la civiltà, guidati da un governo provvisorio stabilitosi a Buffalo.

La loro prima missione: recuperare Manhattan. Le forze armate hanno già ripreso il controllo della parte meridionale dell’isola, ma rimangono ancora delle sacche di resistenza, palazzi abbandonati dove si nascondono gli «intermedi»: soggetti colpiti dall’epidemia senza però trasformarsi in zombie, e ridotti in uno stato semi-catatonico.

Mark Spitz fa parte di una delle squadre di civili che lavorano nella zona sud di Manhattan. Tra ricordi della pandemia e surreali spedizioni in palazzi deserti, ci fa da Caronte in un inferno nel quale le tracce della follia umana e i danni di un capitalismo aggressivo e spietato coesistono con il disperato desiderio di ritrovare la propria umanità.

Colson Whitehead, Zona Uno (Zone One, 2011)

Traduzione Paola Brusasco

Einaudi, collana Stile Libero Big, pagg. 312