L’idea di un mondo perfetto separato dalla Terra ormai prossima alla fine si basa su un’ipotesi reale, come dichiara lo stesso Blomkamp: “Negli anni Settanta era stata presa in considerazione l’ipotesi di lasciare la Terra e costruire delle stazioni spaziali vivibili. Una delle risposte più convincenti a questa ipotesi è lo Stanford Torus. Mi piace l’idea di prendere questo modello fantascientifico molto conosciuto e infilarci dentro ricchezza, diamanti e case alla Bel Air. L’idea di mettere queste case esagerate e assurde su una stazione spaziale a forma di ciambella mi fa ridere a crepapelle ed è per questo che voglio farne un film.”Dopo District 9 ci si sarebbe aspettato che il regista sudafricano potesse disporre di una maggiore libertà come regista, ma a quanto sembra così non è stato. “Quello che c’è di interessante è che mi sento più libero ora, dopo Elysium”, ha spiegato il regista. “Non ho mai realmente sentito di avere più libertà con Elysium. Ho sempre dovuto lottare per arrivare dove sono, ma ora per la prima volta sento che posso effettivamente cercare di diventare un regista migliore. Non so se questo ha un senso, ma tutto quello che ho fatto finora è stato come tenere la testa fuori dall'acqua, in una parola sopravvivere.”
Così come District 9 esplora temi quali la giustizia sociale, la separazione tra classi sociali e le relazioni razziali, Elysium solleva importanti questioni sulla nostra situazione attuale rispetto al futuro. “Il film è un’allegoria” ha suggerito il regista. “Penso molto al tema del divario tra ricchi e poveri e a come incide sull’immigrazione e penso che più scendiamo in basso più il mondo sarà simile a quello di Elysium. In questo senso credo che le domande che suscita il film siano più che mai attuali.”
Secondo Blomkamp, nonostante l’ambientazione sia fantascientifica, il cuore del conflitto è stata più reale di quanto ci si possa aspettare. “Quando la gente vede la ricchezza di Elysium in contrapposizione alla povertà della Terra, certamente qualcuno penserà che è esagerato rispetto alla realtà. Ebbene non è così. I due estremi esistono, sulla Terra, proprio oggi” aggiunge. “A Città del Messico, a Johannesburg, a Rio, in mezzo a un mare di poveri esistono isole di ricchezza estrema, trincerata dietro le cancellate. Ed è così che, secondo me, andrà a finire nelle città americane ed è per questo che il film è ambientato a Los Angeles. Questo tipo di discrepanza non può durare a lungo. E non so dove andremo a finire, o ci spingeremo oltre o imploderemo. Elysium è il bivio su questa strada.”
Per rendere il modo di Elysium, era necessario concepire due mondi distinti e differenti, con due location separate e due stili di lavorazione a se stanti. “Il contrasto è un aspetto importante di questo film che viene creato dall’accostamento del mondo della Terra e di quello di Elysium”, ha spiegato Blomkamp. Quindi, per mantenere questa separazione e la divisione bianco-nero fra questi due luoghi, abbiamo concepito in modo separato, ogni singolo elemento del processo cinematografico”.
Su come deve essere un film che gli piace il regista sudafricano sembra avere le idee chiare: “Mi piace esagerare tanto quanto mi piace fare film che trattano temi seri”, ha dichiarato Blomkamp. “Sono, prima di tutto, un artista visivo. Non voglio fare film troppo seri, mi piacciono l’azione e la parte estetica ed è così che inizia tutto per me. Ma mi interessa anche la politica, così, una volta messa a punto la situazione e dopo aver individuato personaggi e intreccio, si fanno strada le idee politiche che mi stanno a cuore. I temi di mio interesse solitamente sono gli aspetti sociologici, quelli d’ampio respiro, e mi piace l’idea di realizzare dei film che trattano questi temi senza essere pedante o voler fare la predica. Penso che, se inseriti in un’ambientazione di fantascienza, il pubblico veda questi temi da un altro punto di vista. La cosa più importante è che il film sia piacevole, ma desidero anche che ci sia una storia valida, e che non sia solo intrattenimento.”
Per questo suo secondo film, Blomkamp ha avuto a disposizione due star come Matt Damon e Jodie Foster, ma in un primo momento per il ruolo di Damon si era fatto il nome del rapper Eminem. Il regista ha confermato questa voce, sottolineando però la diversità del progetto cinematografico che aveva immaginato per l’attore/cantante.
“Beh, il fatto è che la notizia era corretta e sbagliata allo stesso tempo, nel senso che la versione di Elysium che volevo per Eminem non era questo film”, ha spiegato. “Era un film molto diverso. Quando mi è venuta in mente il concetto base, dopo District 9, ero molto preso dall’idea di questa frontiera-recinto di Tijuana. Lo script originale era volutamente per budget molto più basso. Il set nello spazio, per fare un esempio, non era proprio previsto.”
Con Matt Damon e Jodie Foster c’è stata subito sintonia, anche se il regista sudafricano era inizialmente preoccupato di aver a che fare con due star come loro, semplicemente perché aveva sentito più volte che attori famosi potevano far cambiare la sceneggiatura in corso d’opera.
Al centro del caos sulla Terra, tra i due mondi, c’è Max, interpretato da Matt Damon. “Max deve andare a Elysium per salvare la pelle, ma nella sua condizione disperata viene coinvolto in un complotto che gli fa capire che il problema va ben oltre la sua situazione”, ha spiegato Blomkamp. “E alla fine si trova a combattere per qualcosa di più importante di se stesso, perché riguarda tutti gli uomini sulla Terra.”
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