Man of Steel è il film che ha ufficialmente aperto le danze nel mondo DC Comics cinematografico, prendendo le distanze dal Batman di Christopher Nolan, ma trattenendone gli aspetti più adulti. In questo senso, la nuova versione del mito di Superman si è subito distanziata da qualsiasi versione precedente: finita l'era di Christopher Reeve, archiviato Smallville, il Superman di Zack Snyder ci ha anche tenuto a differenziarsi dal tono più leggero del mondo Marvel, come appare chiaro dalla devastazione con enormi conseguenze nel finale del film.

E proprio il finale ha aperto un dibattito non indifferente online, ma se non avete ancora visto il film e non volete spoiler, non proseguite oltre.

Goyer è stato intervistato dal sito Digital Spy a proposito del climax del film, il momento in cui Superman uccide il generale Zod (Michael Shannon): "Sapevamo che avremmo scatenato una controversia. Non è che ci fossimo illusi e non lo abbiamo fatto solo perché era cool. Abbiamo sentito, nel caso di Zod, che dovevamo mettere Superman in una posizione impossibile e dover fare una scelta impossibile".

Goyer ammette che il suo punto di vista è slegato dalla mentalità dei fumetti: "Io ho anche scritto fumetti e questa area particolare è quella su cui sono in disaccordo con i miei colleghi: Superman non uccide. Questa regola per me esiste solo al di fuori della narrazione, io semplicemente non ci credo". Per lo sceneggiatore, le regole cinematografiche sono altre: "Io credo che quando scrivi per il cinema o la tv non puoi appoggiarti a metaforiche stampelle o seguire regole che non esistono a livello narrativo cinematografico".

Non a caso era una scelta impossibile: "La situazione con Zod era Io non mi fermerò finché non ti avrò ucciso o tu ucciderai me. La verità è che non c'è nessuna prigione sulla Terra che possa fermarlo e nel nostro film Superman non può volare fin sulla Luna. E soprattutto, non volevamo aggrapparci a quella stampella".

Aggiunge poi un dettaglio importante: "Il nostro film era una sorta di Superman Begins: Clark non è davvero Superman se non alla fine del film. Volevamo che avesse quella esperienza di togliere una vita e che la portasse con sé nel prossimo film. Siccome è Superman e la gente lo idealizza, è lui che deve portarsi a standard più alti".

Infine, in una intervista con Hollywood Reporter, gli è stato chiesto se sia al lavoro sulla sceneggiatura della Justice League. La sua laconica risposta è stata: "Potrebbe essere, ma non posso dirlo".

Voi come avete reagito al finale?