La città nell’immaginario di fantascienza 

L’influsso di Soleri nell’immaginario fantascientifico è stato immediato e duraturo, a riprova della natura non occasionale del rapporto instaurato. Iconograficamente, forse l’immagine maggiormente legata al

lavoro dell’architetto italo-americano resta quella delle torri del quartier generale della Tyrell Corporation, che dominano il caos della megalopoli californiana in Blade Runner. È interessante notare (come segnala l’architetto Emanuele Pilia, http://piliaemmanuele.wordpress.com/2012/10/15/la-fantascienza-di-francesco-verso-report-pt-2/) che nello stesso film Ridley Scott omaggia anche lo stesso Wright nell’arredamento dell’appartamento di Deckard, dominato da motivi che richiamano la Ennis House.In effetti è forse il cyberpunk il filone con maggiori connessioni agli studi di Soleri. Nella Trilogia dello Sprawl William Gibson menziona diversi esempi di arcologia, dettagliando la struttura dei cosiddetti “Progetti” in Giù nel cyberspazio (Count Zero, 1986), come strutture autosufficienti. Non dissimili nel concetto, ma sicuramente agli antipodi per l’estrazione sociale dei loro inquilini, dal Condominium di J.G. Ballard (High Rise, 1975).

Il concetto di autosussistenza alla base dell’arcologia viene sfruttato dalla civiltà umana sull’orlo dell’estinzione, quale ultima spiaggia dopo l’apocalisse e prima della rovina incombente, sia nella trilogia di Matrix di Andy e Larry Wachowski (1999-2003), dove l’ultimo rifugio dell’umanità è un complesso sotterraneo, sia nel ritorno di George A. Romero al suo franchise di maggior successo, con Land of the Dead (2005). Ed entrambi sono emanazione diretta dell’Ultima Ridotta dell’umanità, assediata dalle terribili minacce della Terra dell’eterna notte di William Hope Hodgson (The Night Land, 1912), che sembra anticipare l’idea alla base dell’invenzione di Soleri.

Lontano dal collasso del pianeta, le città-stato dell’anime Æon Flux (1991-1995) sono debitrici del Nudging Space soleriano. Altre arcologie compaiono poi nei videogiochi, da Deux Ex a Mass Effect, entrambe pietre miliari nell’action RPG. E come non pensare alla Città Lineare di Paul Di Filippo (A Year in the Linear City, 2002) quando si parla di Lean Linear City?

Se tutti i titoli citati non esauriscono la casistica ma forniscono una testimonianza dell’influsso di Soleri sulla science fiction, quanto gli stessi memi abbiano plasmato la visione dei suoi colleghi lo scopriremo invece solo con il tempo. E con il tempo sapremo se, in presenza di un’alternativa alle innumerevoli distopie possibili, a imporre la visione utopistica di Soleri saranno stati il capitale di qualche mega-consorzio orientale o di un emiro arabo, oppure la minaccia del collasso ambientale. Oppure, perché no, una presa di coscienza definitiva sulla necessità di conciliare le esigenze e i benefici della civiltà urbanizzata con le risorse della natura. Su questo pianeta, oppure su qualche altro mondo lungo la futura frontiera spaziale.

Risorse di rete

http://www.architettiroma.it/archweb/notizie/07874.aspx

http://www.corriere.it/cultura/13_aprile_10/soleri-morte_50b2bd36-a1c9-11e2-8e0a-db656702af56.shtml

http://arcosanti.org/node/10917