Tranquilli: Brian Aldiss, britannico, classe 1925, sta bene. L'ultimo viaggio a cui si fa riferimento è un viaggio narrativo. Infatti proprio in questi giorni esce sul mercato inglese e americano il suo ultimo romanzo di fantascienza, Finches of Mars, letteralmente Fringuelli di Marte; ma l'annuncio che sta suscitando interesse non tratta soltanto di questo libro, ma del fatto che lo stesso Aldiss ha dichiarato che si tratterà dell'ultimo romanzo che uscirà con il suo nome, e che di fatto mette fine alla sua carriera.
Finches of Mars è un po' un compendio di come Aldiss ha concepito la fantascienza. Siamo in un futuro in cui Marte è stato colonizzato; sei gigantesche colonie, ognuna facente riferimento a un'area geografica della Terra, sono ormai impiantate sulla superficie e prosperano stabilmente. Ma non tutto fila per il verso giusto; infatti le colonie non riescono a generare vita, poiché tutti i bambini nascono morti. E ciò non è bene, poiché Marte rappresenta forse l'unica speranza dell'umanità, dato che la Terra si sta disintegrando sotto i conflitti e le guerre permanenti. Tanto che le autorità marziane hanno ormai vietato qualunque contaminazione proveniente dal pianeta, con particolare riferimento a religioni e animali domestici. Eppure una nidiata di fringuelli viene importata di nascosto...
Aldiss è uno dei (pochi) mostri sacri rimasti in circolazione. Di quella generazione che, insieme ai colleghi americani, ha gettato le basi della fantascienza moderna, facendola uscire dai pulp e dalle riviste per ragazzi per spedirla direttamente sugli scaffali delle librerie più prestigiose e all'attenzione della critica e del pubblico "colto". I primi racconti scritti nell'immediato dopoguerra saranno raccolti nelle due antologie The Brightfount Diaries (1955) e Space, Time and Nathaniel (1957). Da lì in poi saranno solo romanzi di successo, alcuni diventati dei must come Viaggio senza fine, Il lungo meriggio della Terra, La lampada del sesso, il ciclo dei romanzi di Helliconia, L'ora di ottanta minuti e Marte, pianeta libero, scritto in collaborazione con il fisico Roger Penrose. Come è noto, il suo racconto Supertoys Last All Summer Long ha fornito lo spunto per il progetto di A.I. - Intelligenza Artificiale, iniziato da Stanley Kubrick e terminato un po' faticosamente da Steven Spielberg. E' stato varie volte finalista in tutti i premi fantascientifici più importanti, e poi apprezzato saggista e antologista, e anche poeta e pittore, influenzato in ciò dall'arte di Giorgio de Chirico.
E ora, alle soglie dei novant'anni, Aldiss ha deciso che può bastare così. La notizia è stata accolta con una certa sorpresa dai blog e dai siti specializzati, anche se l'età avanzata poteva lasciare presagire un'iniziativa del genere. E anche se da qualche fonte si sospetta che Aldiss abbia davvero intenzione di ritirarsi, noto il suo carattere indisciplinato e a volte imprevedibile. Tant'è vero che sul suo sito ufficiale è comparsa una news riguardante altri due romanzi brevi che Aldiss ha appena consegnato al suo agente. Insomma, può darsi che questo sia davvero il suo ultimo grande libro (e finora le recensioni non sono particolarmente positive), ma che smetta del tutto di scrivere sembra che non ci credano in molti.
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