Elliot Edizioni ha il merito di farci conoscere tutte le opere di Christopher Moore (solo due suoi romanzi erano stati pubblicati all'inizio degli anni ’90). A fine maggio è arrivata finalmente nelle librerie una sua opera inedita in Italia, L’isola della sacerdotessa dell'amore (Island of the Sequined Love Nun, 1997).

Con questo romanzo l'autore trasporta il lettore verso uno strano, folle ma reale paradiso tropicale, su una minuscola isola della Micronesia, abitata da una tribù di ex cannibali, scienziati semi-pazzi, ninja, pipistrelli della frutta parlanti, una meravigliosa sacerdotessa dell'amore e, tra le tante invenzioni, personaggi simpatici e un poco "nerd", altri un poco "cattivi", il fantasma di un pilota di "fortezze volanti" ecc. ecc. Inoltre ci farà conoscere il "Cargo Cult", rivisto e corretto secondo la personale visione del modo di questo geniale autore.

Il personaggio principale si chiama Tucker Case, Tuck per gli amici, descritto come "uno sfigato allo stadio terminale messo a forza dentro il corpo di un gran figo". Lavora per la Mary Jean Cosmetics Corporation, è il pilota del Gulfstream rosa della proprietaria. Tutto inizia una sera quando in un bar, già semi-sbronzo, incontra una escort che gli promette un'intensa notte d'amore se la porta a volare, perché è sua intenzione entrare nel club millemiglia.

Sbronzo e attento a palpare la bella ragazza, Tuck decolla senza controllare il carburante e in volo mentre è "al lavoro" con la ragazza si accorge troppo tardi del suono dell'allarme. L'atterraggio è in realtà un crash rovinoso per l'aereo e... per l'attrezzo che stava usando con l'escort. Ricoverato in ospedale, senza più licenza per volare, sicuro che Mary Jean gli manderà contro qualche sicario, con l'aiuto di Jake, l'unico amico che ha, riesce a fuggire.

Jake gli ha trovato un lavoro come pilota per il dottor Sebastian Curtis, che con la moglie gestisce una missione ad Alualo, una minuscola isola della Micronesia. Hanno acquistato un Learjet e non guardano tanto per il sottile su cosa ha fatto in precedenza un pilota.

Da quel momento per Tuck sarà una girandola di avventure e situazioni strane. Riuscirà ad arrivare su questa isola in modo avventuroso su una barchetta pilotata da un gay di nome Kimi che ha come animale domestico un pipistrello della frutta. Dopo aver affrontato un uragano e l'attacco di squali finiranno appesa ad un albero in attesa di essere cotti e mangiati da Sarapul un cannibale, reietto della Tribù dello Squalo.

Salvati dall'intervento di un fantasma, Tuck finalmente conosce il dott. Curtis e Beth la sua bellissima moglie, che gira per i locali della missione preferibilmente nuda e che tutta la tribù ama e rispetta perché è la sacerdotessa dell'amore e parla a nome di Vincent. Ma chi è Vincent? Perché la dea ogni tanto in spettacolari apparizioni sceglie un membro della tribù che scompare per un po' di tempo? Perché a guardia dell'ospedale ci sono guardie giapponesi? E perché ogni tanto Tuck deve portare Beth a Giappone?

Ci sono decine di altri interrogativi, situazioni particolari e nuovi misteri ad ogni pagina, sino a un finale sconvolgente e divertente allo stesso tempo. Veramente un romanzo perfidamente divertente, assolutamente da leggere.

Un brano dal testo

Tucker Case si svegliò appeso al ramo di un albero del pane, legato a una corda in fibra di cocco. Stava sospeso a testa in giù a un paio di metri dalla sabbia, dentro una specie di imbracatura, con le mani e i piedi legati insieme. Nei dintorni c'erano un tratto di spiaggia bianca circondata dalle palme da cocco, un falò acceso con dei gusci delle noci, una capanna di fronde di palma, un sentiero bianco di ghiaia corallina che entrava nella giungla. A completare il quadretto, la faccia marrone e sorridente di un vecchio indigeno.

L'indigeno pizzicò la guancia di Tucker con dita che sembravano artigli.

Tucker strillò.

«Gnam» disse l'indigeno.

«Chi sei?» chiese Tucker. «Dove sono? Dov'è il navigatore?».

L'indigeno era tutto un sorriso. Aveva gli occhi gialli, i capelli ricci aggrovigliati e decorati con piume d'uccello, i denti affilati, appuntiti, e neri. Sembrava uno scheletro con il pancione, rivestito in cuoio anticato. A decorare la pelle, cicatrici rosa raggrinzite; una serie di piccole incisioni sul petto che suggerivano la sagoma di uno squalo. L'unico indumento che indossava era un perizoma fatto di una specie di fibra vegetale, in cui teneva infilato un machete dall'aria cattiva. L'indigeno picchiettò con il palmo calloso e cinereo della mano la guancia di Tucker, poi se ne andò e lo lasciò lì a penzolare.

L'autore

Nato a Toledo nel 1957, Christopher Moore è cresciuto a Mansfield (Ohio) e ha frequentato la Ohio State University e in seguito il Brooks Institute of Photography di Santa Barbara (California). Lo stile narrativo di Moore coniuga l'umanesimo di John Steinbeck, uno dei suoi autori preferiti, con l'ironia tipica di Kurt Vonnegut e Douglas Adams. Tutti i diritti degli scritti di Moore sono stati acquisiti o perlomeno opzionati da parte di produttori cinematografici. Dal giugno 2006, Moore si è stabilito a San Francisco, dopo aver vissuto per qualche anno sull’isola di Kauai, nell’arcipelago delle Hawaii.

In Italia sono stati pubblicati Un lavoro sporco, Il vangelo secondo Biff, Sesso e lucertole a Melanchovly Cove, Suck!, Fool, Demoni. Istruzioni per l’uso, Sacré Bleu e Uno stupido angelo.

La Elliot ha anche pubblicato Il karma del gatto, libricino in cui sono stati riuniti due racconti dal titolo Il karma del gatto e Nostra signora dalle calze a rete.

La quarta di copertina

Tucker Case, un imbranato asociale intrappolato nel corpo di un figaccione, fa il pilota per la Mary Jean Cosmetici. Ma quando distrugge il jet rosa del capo perché troppo ubriaco nonché troppo impegnato a fare sesso nella cabina con una prostituta, Tuck si ritrova su tutte le prime pagine dei giornali del pianeta e, naturalmente, senza lavoro. L'unico impiego disponibile è quello offertogli da un medico missionario senza scrupoli che gli affida il suo jet nuovo di zecca per un incarico segreto su una minuscola isola della Micronesia. Una volta giunto sul posto, però, non sarà certo la noia il problema di Tuck, visto che dovrà vedersela con strani personaggi: dalla bionda e supersexy moglie del suo datore di lavoro che si fa passare per una sacerdotessa, al popolo di ex cannibali meglio noto come la Tribù dello Squalo, al fantasma di un aviatore della seconda guerra mondiale che gioca a carte con un falegname ebreo in cielo, per un gran finale delirante, sfacciato e irresistibilmente divertente.

Christopher Moore, L'isola della sacerdotessa dell’amore (Island of the Sequined Love Nun, 1997)

Traduzione Luca Fusari, Elliot Edizioni, collana Scatti, pagg. 312, euro 18,50