Cosa aveva detto Panchan Tenzin? Che Vanderberg era un posseduto. Henry Stone non credeva al soprannaturale e quindi di certo nemmeno alla possessione diabolica ma, ripensò alle nozioni di biologia che aveva appreso da Jane Hutton tanto tempo prima; c'era un fenomeno naturale che in qualche modo ricordava la possessione, qualcosa che fosse in grado di spiegare la strana metamorfosi nell'aspetto e nel comportamento di un uomo come Jason Vanderberg, compresa l'intelligenza e le conoscenze che aveva improvvisamente manifestato? Si, c'era: Jane gliene aveva parlato un pomeriggio nel loro appartamento alzando la testa dai volumi di biologia su cui stava preparando la tesi: il parassitismo, un fenomeno piuttosto diffuso in tutto il regno animale. Un parassita poteva modificare il comportamento dell'ospite al punto da sconvolgerne gli schemi, prenderne per così dire il controllo? Si, questo era possibile, gli aveva spiegato Jane, ed il caso tipico era quando l'animale parassitato era un ospite temporaneo di cui il parassita si serviva per arrivare all'ospite definitivo che in genere era un predatore del precedente. C'era il caso di certe chiocciole che vivono negli stagni e che di notte emergono per nutrirsi di erbe palustri e si arrampicano sugli steli e sulle foglie, ma di giorno se ne stanno acquattate sul fondo per non attirare l'attenzione degli uccelli di palude che sono i loro predatori. Quando una chiocciola è parassitata dalle larve dei vermi nematodi, il suo comportamento cambia completamente: in pieno giorno si arrampica bene in vista sul più alto stelo disponibile, e viene quasi immancabilmente predata da un uccello nel cui intestino il verme completerà il suo sviluppo, e le sue uova torneranno poi sul fondo dello stagno con le feci dell'uccello. C'è un caso ancora più interessante: i topi, quando sono contagiati dal bacillo della toxoplasmosi, microorganismo che ha una specificità per i felini, invece di rifuggire dai gatti, ne sono letteralmente attratti e quasi invariabilmente ne cadono preda e li contagiano. Henry Stone aveva espresso a Jane tutta la sua incredulità quando lei gli aveva raccontato la cosa. - Come è possibile - le aveva chiesto - che un microorganismo possa prendere il controllo del comportamento di una creatura complessa, un mammifero come un topo? - Vedi - aveva risposto lei - è l'astuzia dell'evoluzione. Non è necessario che il parassita sia consapevole di quello che fa, è sufficiente che provochi quelle alterazioni del sistema nervoso dell'ospite che producono il comportamento che favorisce la sua sopravvivenza e diffusione; i parassiti che provocano questo tipo di alterazioni sono quelli che hanno maggiore probabilità di sopravvivere e diffondersi. Era chiaro, ma qualcosa di vivente poteva sopravvivere nel vuoto degli spazi senza le sofisticate protezioni necessarie ad un essere umano? Era possibile, eccome se era possibile! Batteri e spore sopravvivevano benissimo nel vuoto spaziale, ed anche creature relativamente complesse debitamente incistate. Jason Vanderberg perduto nel vuoto degli spazi poteva aver incontrato qualcosa, qualcosa che magari poteva vagare per secoli alla ricerca di un terreno favorevole, di un ospite, qualcosa che l'aveva infettato e tenuto in vita per permettergli di aprire la strada a... che cosa? Al suo ospite definitivo, a qualcosa con cui gli uomini non si confrontavano più da millenni, un predatore in grado di dare loro la caccia. - Stone, prema quel pulsante! Nella voce incolore e priva di inflessioni di Vanderberg pareva esserci ora una sfumatura d'impazienza. - No - disse Henry Stone. - No. - Allora si sposti, lo faccio io. - No - replicò ancora Stone. - Non lo farà, nessuno schiaccerà quel pulsante.
Ospite temporaneo
Tutti i diritti riservati ©2013 Fabio Calabrese e Associazione Delos Books
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID