Un nome si riaffaccia sul panorama televisivo? In realtà Ronald D. Moore è ormai un autore e produttore collaudato, attivo fin dalla fine degli anni Ottanta quando iniziò a lavorare ai vari spin off televisivi di Star Trek (soprattutto Deep Space Nine e Voyager); ma è diventato famosissimo tra i fan con l'ideazione e produzione del reboot di Battlestar Galactica, una delle serie migliori del decennio trascorso, e del suo spin-off un po' meno riuscito Caprica. Da quei tempi Moore non è che ne abbia più imbroccate molte: Virtuality è rimasto a livello di tv movie, 17th Precinct non è andato oltre l'episodio pilota, e la nuova serie Helix è ancora di là da venire. Ora però Moore è stato ufficialmente coinvolto in un nuovo progetto dall'emittente satellitare Starz.

Si tratta dell'adattamento televisivo di Outlander, primo di una serie di romanzi di grande successo sul mercato inglese scritti da Diana Gabaldon, americana dell'Arizona, biologa marina e fondatrice della rivista Science Quarterly Software prima di abbandonare tutto per dedicarsi alla scrittura. Le vicende di Outlander si svolgono durante la Seconda Guerra Mondiale e vedono come protagonista l'infermiera Claire Randall, sposata con un professore di storia a Oxford e residente nella cittadina di Inverness, in Scozia. Durante una ricognizione nei pressi del lago di Loch Ness, Claire subisce un disorientamento sensoriale e sviene. Riprende conoscenza svegliata dai rumori di quella che sembra una battaglia, e si ritrova faccia a faccia con il capitano "Black Jack" Randall, vissuto nell'anno 1743 e antenato del marito Frank. Claire si trova così coinvolta in un vortice temporale che le fa vivere una doppia vita, nel ventesimo secolo e nel diciottesimo, dove conosce il giovane avventuriero Jamie McTavish e finisce per sposarlo.

Il romanzo è difficilmente classificabile, poiché comprende elementi di fantascienza, fantasy, avventura, romanzo storico e di romance. Probabilmente è stata proprio questa una delle chiavi del successo, poiché dal 1991, anno di uscita del primo libro, la saga si è espansa fino a comprendere ben sette romanzi (e un ottavo in uscita più una graphic novel) nei quali le avventure di Claire e dei suoi due uomini si estendono anche in altri periodi storici, in un turbine di viaggi nel tempo e realtà alternative complicati da seguire. Non contenta, la Gabaldon ha scritto anche uno spin-off, la serie Lord John, giunta finora a otto volumi. Tutto ciò ha attirato la Starz, già produttrice di successi come Gravity, Spartacus e Torchwood - Miracle Day, spingendola a opzionare i diritti già lo scorso anno e a investire nella realizzazione di una serial tratto per ora solo dal primo romanzo (ma di materiale, come si è visto, ce n'è).

E che Starz si sia decisa a fare sul serio lo dimostra non solo l'ingaggio definitivo di Moore, ma anche quella di un team di autori di sua fiducia, a partire da Toni Graphia (Roswell, Battlestar Galactica, Terminator: The Sarah Connor Chronicles, Alcatraz) e Matthew B. Roberts (Caprica), oltre all'esperto showrunner Ira Steven Behr (varie Star Trek, Dark Angel, 4400, Alphas). Insomma, la serietà garantita da Starz e la qualità del team lasciano intravedere la possibilità di una serie di buon livello; forse anche migliore dei romanzi da cui trae origine, soprattutto se Moore avrà la possibilità di esprimere liberamente la sua creatività.