Di J. Michael Straczynski si sa che è un super prolifico autore di comics per Marvel e DC Comics, che è un apprezzato autore cinematografico (Changeling e Thor), e produttore televisivo di lunga data. Ma per quanto possa scrivere e produrre, per tutti gli appassionati rimane soprattutto l'ideatore e l'autore di Babylon 5, serie tv degli anni Novanta che ha contribuito a ridefinire il genere in ambito televisivo, con innovazioni di scrittura e produzione che sono sono state poi imitate da produzioni televisive anche mainstream, e che hanno posto le basi per le fiction del ventunesimo secolo.
Da anni tutti i fan della fantascienza in tv aspettano con ansia che Straczynski si dedichi a un nuovo progetto, dopo gli esperimenti non riuscitissimi di Crusade (una sola stagione nel 1999) e del serial post-apocalittico Jeremiah (due stagioni dal 2002 al 2004). L'occasione può essere rappresentata da Sense8, progetto di serie sci-fi ideata e coprodotta insieme a Andy e Lana Wachowski, il magnifico duo di Matrix e Cloud Atlas. Senonché il produttore ha deciso di appoggiarsi interamente a Netflix, la piattaforma di trasmissione online, snobbando i network tradizionali.
A spiegare meglio questa scelta è stato lo stesso Staczynski in un'intervista rilasciata di recente al sito Slashdot. Il suo giudizio è lapidario: "Il problema è che i network continuano a non prendere sul serio la fantascienza, e addirittura se ne sentono minacciati. Ho avuto a che fare con executive che mi dicevano che la fantascienza non funziona perché la gente non è interessata a ciò che accade ai personaggi nello spazio, bisogna stare a terra altrimenti non interessa a nessuno. E poi mi dicevano: scrivi un po' quello che ti pare, è fantascienza, non deve per forza avere un senso. Questo perché sono ancora convinti che nella fantascienza debba sempre essere in gioco il destino del mondo. Se stai scrivendo un dramma, non è che devi per forza fare in modo che la soluzione di un omicidio, ad esempio, debba essere in relazione con la salvezza dell'universo, ma questa è la sensazione diffusa. E in effetti, gran parte della fantascienza cinematografica segue queste regole. Il che è pazzesco. Un film come 2001 - Odissea nello Spazio oggi non si potrebbe fare. Troppo cerebrale, troppa poca azione."
Una critica che alla fine investe il modo di fare di gran parte delle serie tv moderne. Continua Straczynski: "Aspetto sempre che ci sia un cambiamento nel paradigma, che permetta ai network e agli studios di vedere finalmente la fantascienza come qualunque altro genere in termini di approccio - trame logiche, basate su personaggi e idee vincenti e all'avanguardia - ma temo che non vivrò abbastanza per vederlo".
Da qui la scelta di affidarsi a Netflix, piattaforma in fase di crescita per quanto riguarda la diffusione di contenuti online e la vendita e noleggio di DVD tradizionali: "Finora ci hanno chiesto di fare tutto ciò che riteniamo utile per realizzare la miglior storia possibile. Penso che a loro piacerebbe una struttura serializzata perché alimenterebbe la piattaforma, ma onestamente finora non ci hanno detto niente di diverso da un discorso come: ecco, questi sono soldi, prendeteli e divertitevi. Il che mi piace un sacco".
Sense8 racconterà le vicende di un gruppo di persone che scoprono di essere collegate mentalmente tra loro, e della loro lotta per la sopravvivenza in un mondo che li teme e li emargina. Un plot abbastanza differente da quanto Straczynski ha prodotto finora. Straczynski si è poi soffermato sul già accennato modo di scrivere una serie, pianificandola fin dall'inizio in modo da fornire una trama che possa svilupparsi su più stagioni, con finali di stagione coerenti e privi dei famigerati cliffhanger, supportando anche gli imprevisti che una programmazione basata sugli ascolti può sempre riservare: "Stiamo impiegando una struttura ad arco simile per Sense8. Bisogna fare ciò che è giusto per la storia, in primo luogo e sempre, e lasciare che gli indici di ascolto cadano dove vogliono".
Insomma, un attacco bello e buono al modo di intendere la fantascienza (e la serialità in genere) da parte dei network. Da questo punto di vista media come le tv via cavo, o la stessa Netflix, sarebbero gli unici ormai, a giudizio di Straczynski, a garantire agli autori libertà e prospettive sufficienti a scrivere storie compiute e avvincenti.
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