– Come mai? In quel momento si udì un educato bussare alla porta e la signorina Ripley entrò portando un vassoio da tè in argento. I due uomini rimasero in silenzio mentre posava il vassoio sulla scrivania del Nonno e si ritirava. – Grazie, signorina Ripley.
– Non c’è di che, signore.
Quando la porta si chiuse di nuovo, il Nonno porse il primo foglio a Blackwood. – Leggete questo.
Mentre il Nonno rivolgeva l’attenzione al servizio da tè, Blackwood lesse il rapporto, lo sguardo che filava veloce tra le righe, assimilando ogni cosa. – Santo cielo – disse sottovoce quando ebbe finito. – Non sono un esperto di fisiologia marziana, ma questa non sembra affatto una morte naturale, nemmeno per i nostri singolari cugini al di là dell’Etere.
– Appunto – confermò il Nonno mettendo una tazzina davanti a Blackwood.
– Le cose trovate nel tratto esofageo dell’ambasciatore…
– Tratti – corresse il Nonno. – Tutti e quattro.
– Il medico legale le ritiene simili a larve di qualche tipo.
– Di un tipo mai visto sulla Terra… o su Marte.
Blackwood guardò il suo superiore. – Ma devono per forza provenire da Marte. I marziani non possono respirare la nostra atmosfera: per loro è troppo ricca. La loro ambasciata è sigillata ermeticamente e contiene un’atmosfera con la corretta proporzione e densità dei gas; inoltre, indossano sempre i loro apparati di respirazione quando visitano la Terra. Non esiste alcun modo concepibile con cui questi organismi si sarebbero potuti introdurre nell’apparato dell’ambasciatore R’ondd.
– Davvero non esiste? A ogni buon conto è quello che dovrete scoprire voi, Blackwood – disse il Nonno, il volto rannuvolato da un cipiglio pensoso. – Come ho già detto, questa è una faccenda terribile e molto presto potrebbe addirittura peggiorare. Nessun marziano è mai morto in circostanze misteriose mentre si trovava sulla Terra, e nessun umano su Marte. Dobbiamo agire in fretta per accertare con esattezza che cosa è accaduto.
– I marziani cosa dicono? Ritenete che possano considerarlo un atto di aggressione da parte dell’umanità?
– Ancora non hanno fatto alcun commento. I marziani sono essenzialmente un popolo amante della pace, come sapete. – Il Nonno bevette un meditabondo sorso di tè e proseguì: – Ciononostante, la loro tecnologia è alquanto più progredita della nostra. Se ci considerassero degli aggressori, ritengo ragionevole affermare che non ce la caveremmo troppo bene.
Blackwood sospirò: – Sono d’accordo.
– Al momento Sua Maestà sta preparando una lettera ufficiale di condoglianze per il governo marziano, che verrà recapitata su Marte con il prossimo cilindro interplanetario, insieme alle spoglie dell’ambasciatore.
– Quando dovrebbe partire il cilindro?
– Tra cinque giorni. Sua Maestà sarebbe molto grata se nella sua lettera potesse garantire che nessun essere umano è da ritenersi responsabile della prematura dipartita dell’ambasciatore… e lo sarebbe ancora di più se potesse offrire una spiegazione precisa e veritiera di cosa sia accaduto al banchetto e perché.
Blackwood rimase in silenzio per diversi istanti. Poi asserì con decisione: – Penso sia meglio partire dal presupposto che l’ambasciatore sia caduto vittima di un delitto.
– Una vostra intuizione?
– Esatto.
– Allora i nostri rispettivi istinti ci dicono la stessa cosa, Blackwood. Cominciate subito le indagini; usate qualunque risorsa riteniate necessaria e vi prego di portarmi la risposta prima che quel cilindro parta per Marte tra cinque giorni!
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