Joseph Kosinski è balzato agli onori della cronaca cinematografica, e fantascientifica in particolare, per essere stato il regista di Tron: Legacy, il seguito del cult del 1982 Tron. Un film tanto atteso che alla fine ha diviso gli appassionati in chi lo ha amato e chi ha parlato di oltraggio. Cosa più che normale quando un film come Tron entra, di anno in anno, nel cuore dei fan, acquisendo lo status di leggenda cinematografica.
Per il seguito di Tron, poi, l’attesa era legata anche al fatto che il progetto di un film, nel corso degli anni, veniva puntualmente annunciato come imminente per poi naufragare miseramente. Non era facile, dunque, assumersi l’onere di girare il sequel di un film come Tron. E non è un caso che quest’impresa se la sia sentita di concretizzarla un regista esordiente, quale era Kosinski all'epoca.
La sua carriera, infatti, era nata all'ombra di un grande regista come David Fincher. Dopo essersi laureato in architettura, il regista di Tron: Legacy ha iniziato realizzando piccoli corti in computer grafica, scelta che lo ha fatto notare da Fincher. Così quest’ultimo lo ha chiamato a Los Angeles nel 2005, per metterlo a capo della Anonymous Content, con cui ha realizzato spot commerciali in computer grafica per aziende quali Nike, Apple, Nintendo e varie case automobilistiche.
Proprio in quell'anno, Kosinski scrive Oblivion, il suo secondo film attualmente nelle sale cinematografiche. Prima ancora, però, arriverà nel 2010 l’impresa di Tron: Legacy che proietta il giovane regista dall'anonimato alla fama.
La sua passione per grafica computerizzata è pero continuata, tanto che il regista è anche un assistente insegnante in architettura, specializzato nel campo della modellazione tridimensionale e grafica.
Con Oblivion Kosinski sembra voler continuare sul genere fantascienza e la notizia di un sequel di Tron: Legacy, in uscita nel 2014, lo proietterebbe già come un autore che in questo genere vuole lasciare una traccia significativa ai posteri.
Intanto, scopriamo cosa ha dichiarato il regista in merito all'uscita di Oblivion, un film che ha molto impressionato per il trailer e per la presenza di due attori del calibro di Tom Cruise e Morgan Freeman.
Intervistato dai siti più importanti di cinema, tra cui Collider.com, in merito a qual è stato l'aspetto più impegnativo di fare Oblivion, il regista ha risposto che: “Probabilmente solo il fatto di ottenere che il film fosse realizzato, che è già una specie di miracolo. Ci sono centinaia di migliaia di script che vengono scritti ogni anno a Hollywood e pochi eletti che arrivano fino in fondo. Per me realizzare il film è stata la fine di un processo durato otto anni. Ho scritto questa storia nel 2005 è il primo grande ostacolo è stato proprio ottenere da uno studios l’acquisto del film. Certo, girare la pellicola è stato comunque impegnativo, ma niente a che vedere con la vendita dello script."
Kosinski ha anche raccontato di come sia nato il progetto. “Beh, tutto è iniziato nel 2005. – ha sottolineato il regista di Tron: Legacy. - È stato un periodo difficile, mi ero appena trasferito a Los Angeles e non ero riuscito ad ottenere un lavoro per sopravvivere. Aspiravo ad entrare nell'industria dei video musicali come regista, ma ho capito a mie spese che è un mondo in cui è molto difficile entrare. Così ho trascorso circa un anno scrivendo trattamenti e soggetti cinematografici, mentre arrivavano anche offerte di progetti che poi non si sono realizzati. Per non impazzire – ha continuato Kosinski - ho scritto il trattamento di Oblivion, ispirandomi a film di fantascienza come Silent Running (da noi conosciuto come 2002, la seconda odissea) e The Omega Man (in italiano 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra) dove c’erano grandi idee, poco budget ma un cast di attori eccezionale. Ho pensato che potesse essere un buon film con cui esordire, ma poi le cose sono andate in modo diverso.“
Sulle differenze che sempre emergono tra lo script e le scene girate, Kosinski ha sottolineato come con Tron: Legacy abbia imparato a gestire queste situazioni: “Niente di particolare. Voglio dire, che è stata una lezione che ho imparato con Tron Legacy. Legacy è stato il film in cui ho imparato che cos’è il lavoro del regista. Oblivion, invece, è stato come guidare una vettura di Formula 1, senza rinunciare a cambiare qualcosa in corso d’opera. Ma il mio obiettivo per Oblivion è riuscire ad avere lo script bloccato prima di girare un fotogramma. Questo è quello che abbiamo fatto. In questo modo è andato tutto liscio.”
Non poteva mancare una considerazione su Tom Cruise, la star del film, e in particolare su cosa ha significato poter disporre del talento di un attore come lui: “Ma per me è prima di tutto avere un attore fantastico. Ci sono attori che possono reggere l’intero peso di un film sulle loro spalle, un film che si basa su un protagonista che può fare tutto. Tom è la stella più grande film del mondo, ma lui è soprattutto un attore straordinario. Quello che sto più entusiasmerà gli spettatori che vedranno il film sarà la sua performance: è davvero incredibile".
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