Forse il motivo per cui Hanna e Hitgirl sono personaggi problematici e unidimensionali è che sono figlie di una madre assente e di un padre fallimentare. In una società post-industriale di decadenza economica caratterizzata da una crisi post-moderna dell'uomo e del concetto di mascolinità, i padri non sono riusciti a mantenere la loro autorità e i loro privilegi e questo fallimento ha portato alla morte della madre. Viene quindi totalmente spazzato via l'elemento femminile dalla vita di queste combattenti che sono costrette a crescere senza modelli femminili a cui rifarsi, che sia una madre o una mentore. Per dare un'idea della serietà del problema, se un ragazzo viene costretto a crescere isolato in un ambiente femminile senza figure maschili di riferimento si grida subito alla castrazione e alla crudeltà. Il contrario però non ha alcun effetto sul pubblico e sui critici e viene digerito senza batter ciglio. Qualsiasi avvocato divorzista può spiegare i motivi psicologici dell'affidamento congiunto.La crisi e il fallimento dei padri post-moderni sono causati in questi film dai servizi segreti deviati e dal crimine organizzato. Per vendicare questo fallimento e riportare equilibrio e giustizia nella società, i padri addestrano le proprie figlie come macchine da guerra per far fare a loro il lavoro che i padri non sono riusciti a compiere. In entrambi i film inoltre il fallimento del padre è totale, i due muoiono per mano dei propri nemici e le figlie devono continuare da sole nella loro missione di vendetta. La rappresentazione fallimentare del soggetto dominante in questi due film trova un capro espiatorio nei propri nemici. In Hannah un modo per risolvere la crisi personale e sociale è dare la colpa al femminile che quindi è caratterizzato come mostruoso. Marissa Wiegler, il personaggio di Cate Blanchett, è chiaramente l'incarnazione della mostruosità della donna moderna e della femminista: una donna in carriera, single, senza figli, che ha molto successo nel suo lavoro e ha raggiunto una posizione di potere e di prestigio all'interno della sua organizzazione e che per mantenerla è disposta a tutto, compreso l'omicidio. Marissa è la virago, la femminista mostruosa che ha osato spodestare l'uomo dal suo posto di potere e che nella sua nuova posizione di privilegio ha attaccato il nucleo familiare tradizionale. Il personaggio di Cate Blanchett è rappresentato come una donna depravata, degenerata e perversa, al contrario di Hanna che, malgrado uccida a sangue freddo esattamente come la sua nemica, viene rappresentata come la perfetta figlia obbediente, pura, innocente e casta. Un fatto ribadito anche dal look del personaggio, con capelli e ciglia biondissimi e un aspetto ingannevolmente indifeso e angelico.Cate Blanchett è quindi una minaccia alla società patriarcale e va eliminata perché ha assunto caratteristiche e privilegi che prima appartenevano solo agli uomini. Anche Hanna ha assunto queste caratteristiche ma non è un individuo indipendente perchè è stata educata e “programmata” dal padre e come adolescente è sotto la sua tutela.
Il ruolo di Marissa nel programma genetico che ha creato Hanna la inquadra come una donna che abusa dei suoi poteri sulla vita rendendo la riproduzione qualcosa di autonomo dall'intervento degli uomini, che si fa in laboratorio grazie ad asettici scienziati in camice bianco, alle nuove tecnologie riproduttive e alla manipolazione del DNA.
In Hanna lo scontro è tra due donne che rappresentano due modi diversi di concepire il femminile: una rappresenta il femminismo mostruoso che vuole avere il controllo sulla riproduzione, l'altra invece deve vendicare la crisi d'identità provocata negli uomini dal potere delle nuove donne, e con la violenza deve ristabilire l'ordine nella società patriarcale e fare giustizia. Hanna è l'eroina che salva la società patriarcale dalla minaccia disgregatrice del femminismo. Soprattutto bisogna capire che l'unico modo di distruggere una femminista è usare una figlia adolescente che indottrinata e addestrata fin dalla nascita è ciecamente obbediente (anche se verso la fine del film possiamo vedere in lei la scintilla dell'autonomia che inizia a prendere piede). Come dire: l'unica eroina buona è quella che non pensa con la sua testa. Ma Hanna potrà mai trarre qualche beneficio da questo suo ruolo di guerriera protettrice dello status quo? Che ne è di Hanna dopo aver ucciso la sua nemica? Rientrerà nella società? Tutti intorno a lei sono morti: la madre, la nonna, la sua nemica, l'uomo che l'ha cresciuta ma che in realtà non era suo padre. A che cosa l'ha portata la sua forza e il suo addestramento alla violenza? Il personaggio forse alla fine può dirsi veramente indipendente, ma a quale prezzo e ne è valsa la pena?
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