Chi si ricorda di Jericho? La serie tv prodotta dalla CBS nel 2006 che raccontava di un mondo futuro in cui gli USA piombavano in una nuova catastrofe nucleare, mentre gli abitanti della cittadina di Jericho, Kansas, risparmiati dall'olocausto, cercavano di ricostruirsi una nuova vita tra difficoltà e complotti messi in atto da poteri oscuri. La serie cercava di portare sul territorio americano tematiche già affrontate in Europa ad esempio da I sopravvissuti, con un progetto di livello complessivamente discreto, anche se le trame spesso scivolavano verso la soap opera piuttosto che verso la fantascienza. Tutto ciò non bastò a garantire ascolti, per cui la serie venne cancellata dopo appena ventinove episodi, con una seconda stagione accorciata e raffazzonata, tra le feroci proteste dei fan, materializzate nella famosa "campagna delle noccioline". Ora però qualcosa si sta muovendo e la città di Jericho potrebbe anche tornare sui monitor dei pc, se non sui televisori.
Succede che all'appena terminato Santa Barbara International Film Festival, durante un panel di sceneggiatura, uno degli autori di quella serie, Steven Chbosky (il musical Rent), si è lasciato andare a una dichiarazione abbastanza impegnativa proprio a proposito di Jericho: "Sapete, la WME (William Morris Endeavour) Agency, che mi rappresenta, Jon Turteltaub e parecchie altre persone stanno parlando con Netflix, e chissà mai. Non posso affermare che ci sarà una stagione tre, ma certo sono parecchio eccitato per i possibili sviluppi". Insomma, lascia intendere Chbosky che ci sarebbero trattative in corso per la realizzazione addirittura di un'intera nuova stagione del serial.
Chbosky, il cui primo romanzo, Noi siamo infinito, è appena diventato un film in uscita nelle sale, ideò la serie insieme a Josh Schaer (Leverage) e Jonathan E. Steinberg (Human Target), con l'appoggio alla produzione e alla regia di Turteltaub (Phenomenon, Faccia a faccia, Il mistero dei Templari). La CBS lanciò il progetto nella speranza di aver trovato qualcosa da opporre a Lost, che in quegli anni era sulla breccia. Per riuscirci si affidarono a un cast giovane, guidato dal protagonista Skeet Ulrich (Miracles, Robot Chicken), come detto però con scarsi risultati. Il passaggio su Netflix, un provider di contenuti online che ultimamente sta diventando molto aggressivo sul piano delle produzioni televisive, con serie originali come House of Cards con Kevin Spacey e Arrested Development, potrebbe rappresentare una carta vincente per un progetto che ha conservato uno zoccolo duro, ma non molto numeroso, di appassionati.
Già da tempo infatti Netflix rilascia i propri contenuti per un numero enorme di piattaforme, dagli store online come Amazon alle console, a Internet, ai cellulari, ai tablet. Senza dimenticare il mercato DVD, che negli USA funziona sul noleggio. Insomma, di ufficiale a oggi non c'è nulla, ma un canale di quel genere potrebbe in effetti fornire la possibilità a serie diventate a loro modo di culto, di riemergere con nuove idee ed episodi. Ricordiamo che i fan, per protestare contro la chiusura della serie, inondarono la sede della CBS con migliaia di pacchetti di noccioline (citazione di un dialogo dell'ultimo episodio della prima stagione): se il progetto Netflix andasse in porto, saranno stati soldi ben spesi.
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