Per settimane sono stati presentati corti che venivano realizzati, magari in solitaria, con tanta creatività e pochi mezzi, sfruttando le possibilità della computer grafica. Con il progetto C: 299,792 km/s ci spostiamo agli antipodi. Niente computer grafica o schermi verdi (per esplicita scelta), set costruiti a mano, telecamera in spalla, effetti speciali tradizionali, ovvero giochi di luce, trucchi con le lenti, miniature, split-screen e stop-animation. E una strizzatina d'occhi al passato. "Crediamo che tale approccio ci abbia aperto le porte a una maggiore creatività, per quello che rimane comunque un film fantascientifico a basso budget," si legge sul sito.
E il feeling un po' retrò emerge fin dai primi fotogrammi, dove entra in scena un presentatore in pieno stile anni Settanta la cui funzione è quella di inquadrare lo scenario in cui si svolge il filone narrativo principale. Poi subito un salto nel futuro, a bordo della nave spaziale militare Kestros IV, dove invece va in scena l'ammutinamento di parte dell’equipaggio, guidato dal sergent Malleck. L’obiettivo? Sequestrare un'arma di distruzione di massa e metterla al servizio di una causa più grande. Quale esattamente lo si intuirà verso la fine del corto.
C: 299,792 km/s si gioca dunque sui due piani: da una parte un documentario anni Settanta, dall'altro un set futuristico a bordo della nave spaziale. I due livelli si rincorrono lungo il corso dei quindici minuti di girato e finiscono per incontrarsi nel finale, dove si chiarisce il messaggio.
Il progetto, come tanti altri, è nato con una campagna Kickstarter, dunque cercando i finanziamenti online e puntando ai fan più della fantascienza più sensibili all’idea di creare un film vecchio stile, per certi versi reminescente delle scelte visive di Star Trek e forse anche del suo ottimismo di fondo. E l'idea è in effetti passata, visto che la produzione, la cui base è a New York, è riuscita a raccogliere 37.000 dollari, il doppio di quanto chiesto. Ed ecco dunque come sono stati spesi i soldi.
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