- Ma ragiona, per Dio! Anche se davvero finissimo i lavori, non ci sarebbe tempo nemmeno per un volo di collaudo! Ma ti rendi conto? Vuoi giocarti la pelle con strumenti mai collaudati?

- Lu, mi fido di te. So che farai un lavoro perfetto, come hai sempre fatto.

- Ma tu sei pazza! Sono io, che non mi fido di me! Non ti ci lascio partire in queste condizioni! L’avevo detto fin da subito che tre mesi non sarebbero bastati! Ne troviamo un’altra, di rotta mai tentata: ce ne sono tante! Ci basta anche un mese: un solo mese di più, che ti cambia?

- Mi cambia che potrei non averlo, un mese di più.

Non erano state le parole, ma il tono, che mi aveva raggelata.

- Cosa stai dicendo? - avevo pregato di non aver capito.

- Sono L-positiva, Lu.

Vedevo le tue labbra muoversi, ma non sentivo nulla.

- Non sono ancora nella fase infettiva - mi avevi rassicurata, ma tanto io non ti sentivo - ma è già conclamato. Te l’ho detto che ero appena stata dal dottore, no?

Tu continuavi a parlare, ma io pensavo solo “È inutile che parli, tanto non ti sento. Non voglio sentire nulla. Non voglio più sentire nulla.”- A: no, non è stata Marcela. B: sì, so com’è successo: ero sola, ero triste, ho fatto una cazzata. C: no, non la conosci e adesso non importa più. D: no, non lo sa ancora nessuno, neanche Marcela. E: altri due mesi, dopo di che la clinica dovrà segnalare il caso all’OMS. Ah, e per finire F: no, non risponderò ad altre domande. E adesso va’ in bagno.

- Perché? - ero riuscita a balbettare.

- Va bene: a questa sì, ma poi basta. G: sai che non voglio vederti quando piangi. H: te la sei fatta addosso - avevi concluso, indicando la chiazza umida che si stava allargando sul cavallo della mia tuta da lavoro.

“Lu, spero che tu sia riuscita a trovare e inserire la password, ma non ho tempo di aspettare il tuo okay.”

“Se hai aperto la busta sai già cosa voglio dirti, quindi non starò a farla tanto lunga. Io chiudo qui. Che potrei fare, se tornassi indietro? Lo sai che per sentirmi viva io ho bisogno di volare, o di fare sesso. Volare non potrò più, e ora ho perfino paura a toccarti. Sì, lo so che non sono ancora contagiosa, ma avrei paura lo stesso, e tu avresti più paura di me, e lo sai. Non è che ho tutta ‘sta gran voglia di vedere che te la fai di nuovo addosso, sai? E poi, sulla Terra che mi resta? Vuoi vedermi finire in una struttura di contenimento? Be’, a me l’idea di essere divorata pian piano dalla febbre L non mi attira: grazie, ma ne faccio a meno. Da’ retta: chiudo qui, che è meglio per tutti. Fine del discorso. E taci, tanto non puoi farci niente, da lì dove sei.”

“Invece: quando torni, il testamento è dal mio avvocato, nella busta c’è il suo indirizzo. Ho lasciato tutto a te e Marcela. Siete voi le due stelle attorno a cui ha girato la mia vita: non ho nessun altro al mondo, e voglio bene solo a voi. So che non vi servono i miei soldi, così spero che non litighiate di nuovo. Se è vero che mi volete bene, non fatelo. Altrimenti, va be’, io non ci sarò più, cazzi vostri, arrangiatevi.”

“Però vorrei lo stesso che lavoraste assieme alla mia biografia. Io e Marcela l’avevamo già cominciata; ha già tutto il materiale che le serve, e anche di più. Ma vorrei che tu stessi con lei, perché ho bisogno di una cosa, da te.”