Che senso ha oggi, nel 2022, percorrere le strade di città e metropoli vendendo merci su un carrettino? Ho più di settant’anni, e uno come me dovrebbe stare a riposo, o magari lavorare a casa in poltrona, davanti a una tastiera. Ho anche quello ma mi serve poco, perché per il mio mestiere - presto converrete - devo essere un “venditore ambulante”: qualcosa che appartiene al passato. Proprio come la mia mercanzia.
Prego signori, per un momento fermatevi a immaginare con me. È pomeriggio avanzato e camminate per una strada grigia tra due file di palazzi grigi altissimi, in una specie di canyon sempre più in ombra, che attraversa una metropoli anonima fra mille. Intorno c’è traffico, gente, ascoltate voci e rumori. Eppure siete solo. E all’improvviso, il sole al tramonto (nascosto e lontano alle vostre spalle, dietro i grattacieli) riesce a farsi strada attraverso il cemento, e infiamma d’un rosa dorato balconate e mura lontanissime, di fronte a voi, al fondo del canyon. Una visione quasi fatata che per un istante vi apre il cuore: perché a volte il mondo sorride, a dispetto di tutto. Anche se contemporaneamente vi fa pesare ancor più la vostra solitudine…
Siete su un verdissimo prato di montagna, oltre 1000 metri d’altitudine. Cielo azzurrissimo, quasi viola. Luce. L’aria è secca, sottile, ritemprante. Il silenzio è totale, quasi religioso. E a un tratto vi giunge un intenso coro alpino che narra di guerre dimenticate e antichi amori, l’aria montana vi porta le voci nitidissime ma con un che di soffice, attutito, gentile, perché a quelle altezze anche i suoni comunicano un senso di pace, di appagamento, quasi di silenzio.
Vi ritrovate immersi nel mare e nel turchese d’un infinito pomeriggio estivo. Acqua tiepida, limpida, brillante; orizzonte e cielo si confondono; con il leggero sciabordio sale un aroma di salsedine, di aria assolata, di spazi sconfinati ed è un flash di purezza, quiete, magia…
Signori miei, potrei proseguire per ore a raccontarvi, ma mi fermo qui. Queste scene, voi lo sapete bene, oggi sono introvabili. Molti non saprebbero neanche immaginarle. Respiriamo faticosamente un’aria pesante scura di veleni e caligini. Il mare è un gorgo di mucillaggini, atmosfere e prati montani hanno perso la loro verginità. Ed ecco: subentro io, sissignori. Io “ricordo” tutte queste cose. E migliaia di altre. Negli anni perduti di un secolo che sembra lontanissimo era possibile, anzi era normale sperimentare momenti come quelli cui ho accennato. Prima che gli animi e la Natura s’incupissero.
Ora ascoltate il mio grido di ambulante della memoria: “Vendo ricordi. I miei ricordi!” Gradite questi dischetti: fate un’offerta, pochi soldi ciascun disco, inseriteli nel vostro psicolettore: nella vostra mente si espanderanno scenari, sensazioni, profumi, suoni. Li vivrete intensamente come fossero vostri, anzi d'ora in poi “saranno vostri”, Un'occasione imperdibile, garantito.
“Ricordi! Preziosi ricordi in vendita!” Prego, signori: pochi denari, a vostra scelta, per vivere un’esperienza unica: vivere alcuni momenti in un universo scomparso
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