Esce per la Rizzoli l'ultimo, poderoso romanzo di Neal Stephenson, Cryptonomicon, letteralmente soffiato alla Shake edizioni Underground, la quale aveva curato in maniera più che lodevole l'edizione italiana di tre precedenti lavori di Stephenson: Zodiac, Snow Crash e L'era del diamante (premio Hugo 1996).
Gli ultimi due possono essere considerati romanzi chiave del cyberpunk anni Novanta. Secondo l'opinione di chi scrive, lo hanno "chiuso" (non in maniera simbolica come intendevano fare Gibson e Sterling con La macchina della realtà alla fine degli Ottanta), nel senso che lo hanno portato a maturità definitiva, hanno quadrato il cerchio e di conseguenza difficilmente si potrà scrivere qualcosa di veramente innovativo in ambito cyber.
A conferma di ciò, vi è il fatto che Cryptonomicon non è un'opera cyberpunk.
Se volessimo dargli una definizione a tutti i costi, il termine più appropriato è cypherpunk, in quanto il romanzo è incentrato sulla crittografia, nella quale Stephenson individua la progenitrice diretta dei moderni hacker.
Si alternano due diversi piani temporali, ed è come se ci trovassimo di fronte a due romanzi, che vanno poi a congiungersi negli ultimi capitoli e nel (insoddisfacente) finale. Abbiamo così per metà un vero e proprio romanzo storico, che si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale e che ha per protagonisti Lawrence Pritchard Waterhouse, genio matematico nonché brillante crittoanalista ed il sergente dei Marines Bobby Shaftoe, che ha un piccolo problema con la morfina. Le loro vicende personali si incrociano nel Distaccamento 2702, un gruppo alleato che ha il compito di forzare i codici dell'Asse, e nello stesso tempo dimostrare al nemico di non essere ancora riusciti a decodificare le loro comunicazioni. Le loro strade si dividono nel momento in cui stabiliscono un piano per impossessarsi dell'oro nascosto nei sottomarini tedeschi, piano che verrà portato a compimento soltanto nei giorni nostri dai loro nipoti, Randy Waterhouse ed Amy Shaftoe. Inutile dire che tra i due nascerà una storia d'amore.
Il tutto è condito alla maniera di Stephenson che, oltre ad avere grandi doti immaginative, è un autore che possiede notevoli capacità di scrittura e un'ironia senza pari, come già aveva dimostrato in Snow Crash.
Qui Stephenson sembra avvicinarsi alla corrente post-modernista, ad autori come Thomas Pynchon e Don DeLillo, e già solo per la mole dell'opera viene da pensare a L'arcobaleno della gravità o Underworld. A dimostrazione di ciò, valgano le lunghe digressioni su argomenti per così dire "banali" (adografia, "scrivere bene di cose banali": memorabili sono la descrizione di Randy che si rade la barba, e Bobby Shaftoe che, di fronte ad una carta geografica dell'Europa, intravede nella Scandinavia la forma di un pene), la costante vena ironica, la lunga galleria di personaggi strampalati.
Nel libro di Stephenson, però, c'è molto di più: ci intrattiene con la mitologia, con piccoli aneddoti storici, con problemi matematici ed enigmi crittoanalitici, e lo fa con semplicità ed estrema chiarezza, in modo che tutte le informazioni siano comprensibili anche ai non addetti ai lavori.
Come in Underworld di DeLillo, personaggi fittizi interagiscono con personaggi realmente esistiti: incontriamo Alan Mathison Turing, Göring (in tutto il suo squallore) ed un giovane Ronald Reagan. Ma, a differenza di Underworld, qui esiste quella cosa comunemente nota come trama. A causa delle frequenti digressioni e descrizioni, risulta molto dilatata, nonostante non sia particolarmente complessa, ed è facile rischiare di smarrirsi. Anche se smarrirsi tra le pagine di Neal Stephenson è un incidente molto piacevole.
Le descrizioni delle scene di guerra (Stephenson ci racconta di Pearl Harbour e dello sbarco a Guadalcanal) sono di un realismo eccezionale, ma per nulla fredde o asettiche: l'autore dimostra di possedere una sensibilità non comune ed è proprio qui che dà il suo meglio. Come lui stesso ha affermato in un'intervista, ha cercato di tenere un atteggiamento alla "Soldato Ryan", mostrando le atrocità della guerra senza glorificarla. Le atrocità della guerra non stanno soltanto nella sua violenza, ma anche nei piccoli trucchi che, come scopre Lawrence Waterhouse, il Distaccamento 2702 utilizza per non far capire ai tedeschi che i loro codici sono stati forzati. E il libro getta anche un'ombra di mistero sull'episodio di Pearl Harbour: i codici giapponesi erano stati forzati...
Stephenson racconta la sofferenza con un taglio particolare, tra l'altro non riscontrabile nelle sue opere precedenti. Pagine indimenticabili sono i deliri di Bobby Shaftoe causati dalla morfina, o le peripezie che toccano a Goto Dengo (cosa vi ricorda questo nome?), soldato giapponese protagonista di alcuni intensi capitoli.
Cryptonomicon non è esente da difetti. La lunghezza non è uno di essi: il romanzo scorre in modo piacevole, la prosa di Stephenson è scorrevole e fresca, a tratti esilarante. Il finale, però, appare un po' troppo affrettato (dopo mille e cento e passa pagine si può ancora fare uno sforzo...), ma chi conosce Neal Stephenson saprà che i finali non sono il suo forte (un esempio? L'era del diamante). In questo caso si ha la sensazione che non tutti i nodi siano venuti al pettine. Inoltre capita spesso che tra un capitolo e l'altro, in particolare quelli ambientati al giorno d'oggi, ci siano salti ellittici abbastanza bruschi, quasi come se Stephenson avesse scritto molto di più di quanto pubblicato.
Siamo di fronte ad un romanzo di fantascienza? Forse sì, forse no... molto probabilmente si tratta di qualcosa di completamente nuovo... ma dopotutto, che importanza ha quando ci si trova davanti ad un grande romanzo?
Benché completamente diverso dai suoi predecessori, Cryptonomicon ne conferma le qualità: intelligente, ironico, ricco di spunti e, perché no?, anche educativo.
Un complimento a parte lo merita Gianni Pannofino, per il notevole lavoro di traduzione ma anche per aver difeso l'opera di Neal Stephenson, stroncato da Tuttolibri de La Stampa.
Attualmente Neal Stephenson è all'opera con il suo nuovo romanzo, sempre incentrato sulla crittografia e ambientato trecento anni fa, provvisoriamente intitolato Quicksilver.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID