JJ Abrams che nasconde indizi criptici in uno dei suoi film? Chi lo avrebbe mai detto, direte voi. Eppure buon sangue non mente, solo che stavolta dovreste avere un occhio d'aquila incredibile, oppure avere perso davvero troppo tempo guardando il trailer fotogramma per fotogramma.

Fatto sta che, se per qualche motivo vi fermaste a 1,05 minuti, guardaste nella zona in basso a destra dove ci sono i monitor dell'Enterprise e faceste uno zoom non indifferente, quello che scoprireste, come vedete nella foto, è la scritta "Areyouthe1701.com".

A scoprirlo è stato per primo il sito Trekmovie.com, che è prontamente andato a controllare, come potete fare voi stessi. Una volta aperto il sito, per ora apparirà la domanda "Shall we begin?", la richiesta di inserire i dati e poi la promessa che verrete informati quando comincerà la ricerca.

Di cosa? Fare questa domanda nel mondo di misteri di cui Abrams è padrone assoluto, può solo aprire le porte ad altre domande, che troveranno risposta nei prossimi giorni e mesi, per tenere alto l'interesse verso un film il cui solo trailer ha scatenato le più accese discussioni e una vera caccia all'indizio più remoto, il che forse ricorderà a qualcuno la gigantesca operazione chiamata Lost Experience, un mondo virtuale che era stato creato intorno al mito della serie di culto Lost.

Malgrado ci siano ancora molti misteri da scoprire nelle tenebre del nuovo capitolo di Star Trek, Cinema Blend ha avuto modo di parlare con il creatore degli oggetti e costumi di scena Andy Siegel, il quale ha rivelato alcuni dettagli sull'entrata in scena dei Klingon.

I quali stavolta non sono finiti nelle scene tagliate come nel primo film, ma appaiono qui in tutto il loro, per così dire, splendore. I Klingon compaiono con il volto coperto da una maschera, esattamente come nella scena eliminata del primo film, ma si riconosce perfettamente la struttura ossea della loro fronte, mentre le loro armature sembrano composte di spesso materiale organico invece che di metallo.

E quando hanno progettato le armi, il piano era di essere più hardcore possibile: "Abbiamo voluto realizzare armi il più brutali possibile. Per noi i Klingon sono una razza barbarica, senza gli elementi quasi comici visti man mano che acquisivano presenza in scena nelle serie tv. Abbiamo realizzato un casting di persone imponenti, che risultassero spaventose".

Infine, si scopre finalmente perché Abrams avesse tentennato parecchio prima di accettare di girare il sequel del primo film. Non si trattava di fare il prezioso o di voler alzare il cachet, ma di un semplice fatto: la Paramount gli aveva imposto di realizzare la conversione 3D del film. "Il 3D è qualcosa di cui, francamente, non sono un grande fan. Ma la produzione ci disse che dovevamo realizzarlo in quel formato." Al che Abrams propose un compromesso: "Noi realizziamo la versione 2D che più amiamo, dopodiché possiamo convertirlo in 3D".

Ma Abrams ammette anche di essersi goduto il processo di post-produzione 3D: "La verità è che ci siamo divertiti molto in quella fase, ci hanno dato molta libertà creativa. C'è questo mito per cui un film in 3D funziona visivamente solo se è effettivamente girato in quel modo, ma non è vero".

Al contrario, per il regista è stata l'occasione di giocare un po' con la tecnologia: "Infatti abbiamo fatto alcune cose in 3D che non sono mai state fatte prima, usando tecniche mai viste prima. Tutte le riprese in esterni o nello spazio, sono state girate in Imax o renderizzate in quel formato quando possibile. E' un esperimento unico".

A presto, con le prossime notizie dalle tenebre di Star Trek, in uscita il 14 maggio 2013.