Lo Hobbit, con ogni giorno che passa, diventa sempre più un campo di battaglia. Non stiamo però parlando dei combattimenti epici che trasuderanno dalla trilogia (fino a pochi mesi fa solo due film) tratta dal libro di J.R.R. Tolkien e che si appresta a esordire il 14 dicembre 2012 con il primo film The Hobbit: Un Unexpected Journey, ma di quelli che riguardano proprio l'utilizzo della parola Hobbit.
In pratica uno "Hobbit" è un concetto che è stato inventato da Tolkien per indicare qualcosa di preciso (non credo che ci sia la necessità di descrivere che cosa) e come tale è coperto da diritti che ne limitano l'uso a chi è autorizzato (ovvero a chi si è accordato e ha pagato per farlo). Non è consentito appropriarsi del termine per usarlo in maniera generica o come definizione di qualcos'altro. Si tratta di una proprietà intellettuale, anche se va segnalato che la parola in sé esisteva sia come unità di peso e volume per il grano nel Galles del 1800 (anche se ai giorni nostri la frase: dammi un hobbit di grano suonerebbe un poco macabra), sia (anche se la cosa è controversa) come variazione di hobgoblin (folletto malvagio del folklore britannico).
Resta il fatto che il successo di Lord of the Rings ha portato in auge la parola nel fantasy. Infatti la primissima edizione di Dungeons & Dragons utilizzava Hobbit come classe giocante, ma venne sostituita con Halfling poco dopo proprio per motivi legali.
Nel 2003 furono scoperti in Indonesia i primi resti fossili dell'Homo floresiensis, ominidi vissuti in un periodo di tempo (secondo le datazioni effettuate) tra i 90.000 e i 13.000 anni fa. Anche se non c'è ancora un accordo scientifico nel definirla una specie del genere Homo (H. floresiensis è una proposta) rimane il fatto che gli esemplari ritrovati erano alti circa un metro, con un peso stimato di circa 25 kg e con una capacità cranica ridotta, anche se in proporzione simile a quella di Lucy (Australopithecus afarensis, che però è molto più antico). Proprio per la loro altezza gli era stato dato, in maniera magari un poco scherzosa, il soprannome di hobbit.
Di recente il Dottor Brent Alloway, professore associato alla Victoria University (Nuova Zelanda) aveva programmato una conferenza dedicata al floresiensis con la partecipazione dei due scopritori dei reperti, pensando di chiamarla "L'altro hobbit", senza dubbio per richiamare l'attenzione sul soggetto vista l'uscita del film. Ma interpellando la Saul Zaentz Company/Middle-Earth Enterprises che ha i diritti del film si è sentito rispondere dagli avvocati che: "Non è possibile concedere un utilizzo generico della parola Hobbit in quanto marchio registrato". Questo, legge o non legge, incuranti del fatto che a livello marketing si tratta di due campi separati.
Del resto non c'è da stupirsi di situazioni simili, visto che qualche mese fa gli stessi avvocati della Saul Zaentz se l'erano presa con The Hobbit Pub di Southampton facendo pressioni perché cambiasse il proprio nome (nome che porta da più di vent'anni senza problemi e che magari ha anche contribuito a diffondere Tolkien).
Certo bisogna anche capirli gli avvocati, perchè in questo periodo la New Line Cinema, che produce il film, è impegnata ina una lotta con la casa di produzione The Asylum, famosa per cercare di capitalizzare su ogni titolo importante con dei "mockbuster", ovvero dei film che potremmo definire molto ispirati dagli originali; American Warship, The Day The Earth Stopped, The DaVinci Treasure, Transmorphers (sic!) vi suggeriscono nulla?
L'ultima loro invenzione sarebbe The Age of Hobbits, una scelta che difendono adducendo che: "Il termine hobbit è ormai in uso da una decina d'anni proprio per una vera sottospecie umana, l'Homo floresiensis, scoperta nel 2003 in Indonesia e utilizzato in maniera uniforme nella comunità scientifica. Di conseguenza il termine Hobbit è protetto dal fair use (utilizzo leale). Basta anche solo cercare in Google per avere decine di articoli di antropologia con il termine Hobbit nel titolo". The Age of Hobbits sarebbe quindi solo un dramma preistorico previsto, casualmente, per un'uscita in DVD il giorno 11 dicembre.
Dato che non bisogna mai evitare di farsi del male, e che dovete giudicare con i vostri occhi, abbiamo recuperato il provino da YouTube, dove potrete ammirare delle atmosfere alla Rapa Nui più una sorpresa poco storica e un poco fantascientifica nel finale. A voi la sentenza, anche se, storicamente, come possiamo dimenticare film di fantascienza come Sette per l'infinito contro i mostri spaziali in cui si erano usate scene di un film filippino di uomini delle caverne, spacciati come abitanti di un altro pianeta solo perché la pellicola in bianco e nero era stata filtrata con un altro colore?
Il Trailer (e non cominciate a sperare anche in una serie tv).
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