Nato nel 2003 dalla fantasia di Matteo Cortini e Leonardo Moretti, il gioco di ruolo horror Sine requie ha continuato a crescere e ad appassionare sempre più persone, confermando che il premio Best of Show assegnato dalla giuria di Lucca Comics & Games 2003 come miglior gioco italiano era ben meritato.
Uno degli elementi di questo successo è senza dubbio l'ambientazione, un anno 1957 alternativo, dove la seconda guerra mondiale è finita il 6 giugno 1944, quando i Morti hanno iniziato a rialzarsi. Dai tragici eventi seguiti al "Giorno del Giudizio" il mondo è uscito sconvolto. Poche nazioni sono riuscite a mantenere una qualche forma di organizzazione, le altre sono collassate sotto l'assalto dei Morti. In Italia, ora denominata Sanctum Imperium, Papa Leone XIV ha restaurato il potere temporale della Chiesa, una buona parte dell'Europa centrale è sotto il dominio del IV Reich, mentre le lande orientali sono sottoposte al potere di Z.A.R., una macchina molto più spietata del vecchio regime comunista.
Il resto d'Europa è una landa desolata conosciuta con il nome di Terre Perdute, dove i pochi umani sopravvivono a stento, poco si sa del resto del mondo. Sulle rive sud del Mediterraneo c'è un altro paese dove esiste una solida organizzazione statale: è l'Egitto, dove gli antichi faraoni sono risorti e uno di loro, Ramesse III, ha preso il potere. Il modulo dedicato a quest'ultima ambientazione è Il regno di Osiride, presentato nei giorni scorsi a Lucca 2012 completa, almeno per il momento, l'universo di Sine requie.
Un altro dei punti di forza del gioco è la varietà degli scenari: si passa dal cupo medioevo del Sanctum Imperium alle atmosfere Cyberpunk di Soviet, dal (difficile) survival delle terre perdute alla spietata dittatura del IV Reich. In Il regno di Osiride, anche se non mancano armi, fucili e carri armati, i poteri degli antichi faraoni, le creature mitologiche e la presenza del pantheon egizio donano una connotazione quasi fantasy all'ambientazione.
Il sistema di gioco, basato sull'uso delle carte dei tarocchi, accentua questa caratteristica. Niente dadi ma tanta narrazione, questi gli elementi che rendono Sine requie estremamente coinvolgente.
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